Una buffonata chiamata Ucraina

Quindi dal 24 febbraio del 2022 i russi sono contro l’Ucraina per il Donbass.

OPERAZIONE SPECIALE

Che sia una operazione speciale oppure guerra potrebbe fare poca differenza: in ogni modo ci sono morti e distruzione.

Molti insistono che è grave non chiamare guerra una guerra, io dico che è brutto sparare e bombardare.

 

 

 

 

 

 

SULLE MOTIVAZIONI

Sui motivi di questo conflitto si può dire tutto e il suo contrario. Si può dire, con atti alla mano, che i famosi accordi di Minsk sono stati disattesi dagli ucraini e questi potrebbero giustificarsi dicendo che non avevano letto tutte le pagine perchè era quasi finito l’inchiostro. Tra l’altro con tutte queste cazze di cartucce (di stampa) è sempre un casino trovare quella giusta.

Sul fatto che il Donbass, russofono, fosse bombardato “garbatamente” in modo quotidiano dagli ucraini, potrebbe essere un dettaglio e comunque non voluto. Per esempio gli ucraini potrebbero dire che i loro colpi di mortaio erano rivolti ad un poligono di tiro, ma per un tragico errore qualcuno aveva confuso le mappe. Un po’ come è successo agli americani al Cermis: loro mica sapevano che c’era la funivia, non era segnata sulle mappe. Mica colpa loro, eh!

 

 

 

NELLA REALTÀ

Per capire meglio, facciamo una ipotesi: supponiamo che i russi, cattivi, volessero annettersi l’Ucraina. Per farlo devono invadere il territorio, e in questi casi cosa cerca una persona sana di mente?

Uno normale, che magari fuma, ma che non sniffa, avrebbe chiesto l’intervento dei Caschi Blu, dei Panama Fucsia, o Borsalini vari, ma avrebbe chiesto un intervento internazionale.

Credo che sia successo parecchie volte negli ultimi cinquant’anni.

E il presidente ucraino che fa? Chiede armi!

Come i migliori delinquenti, per risolvere il problema, egli non chiede l’intervento della Polizia, signorno, egli si regola da solo, come i gangster.

Poi noi europei, di fatto atlantisti, gli forniamo le armi per difendersi, il tutto mentre chi dovrebbe placare gli animi se ne sta in disparte.

Si tratterebbe insomma di un regolamento di conti.

 

DA CHE PARTE SIAMO?

Siamo dalla parte sbagliata. Un paese, mezzo-normale avrebbe sostenuto l’invio di osservatori e forze di separazione.

Avremmo potuto proporre questa soluzione “pacificatrice” e in quel caso avremmo capito subito chi era veritiero e chi il falsario.

In pratica Europa (e quindi Italia) recitano una parte già assegnata: dobbiamo stare dalla parte di chi soffia sul fuoco, affinchè l’incendio possa divampare.

Già questo ultimo aspetto (fomentare i conflitti) dovrebbe rendere evidente l’alto tradimento, ma oramai l’italiano ha la bocca buona, sia per i grilli e sia per le cazzate.

 

 

MAGARI COMPLOTTO

Prima dell’azione russa del 24 febbraio 2022, chi sosteneva che la strage di piazza Maidan fosse un “lavoro” organizzato dagli americani, era ritenuto un complottista (quindi no-vax, no-tav, semi-anarchico, antisemita, implicato nel caso Moro, ecc.), mentre oggi ne abbiamo l’evidenza: nessuno dei santi (ovvero atlantisti) vuole la pace.

 

 

 

 

 

 

 

Ora mi domando, ma se uno non vuole la pace e chiede armi, come lo posso chiamare? Pacificatore o guerrafondaio?

 

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