Senatrice a lunga vita

La fortunata senatrice a lunga vita, al secolo Liliana Segre, s’incazza col cuoco.

La fortunata senatrice a lunga vita, al secolo Liliana Segre, non ne può più di sopportare offese, umiliazioni, vivere nella paura di subire altre violenze.

La fortunata senatrice a lunga vita, al secolo Liliana Segre, non esce più di casa da quando il cuoco e tutti i suoi cucinieri, la stanno minacciando col mestolo in mano. La poveretta non si reca più dal salumaio sotto casa, si limita a qualche Prima della Scala, passando dal retro.

Tempi duri per i puri.

 

 

 

 

 

IL CUOCO ANTISEMOLINISTA

Il cuoco Rubio, è una testa calda. Ovvio direte: stai davanti a fornelli col colbacco in testa, per otto nove ore, è normale. Testa calda e capelli grassi, è normale.

Poi il cuoco, col calore dei fornelli, ha anche delle idee strane: è un po’ contrariato con Israele, e pensa (ha la testa ancora calda) che Israele abbia delle colpe.

Certo, se Rubio avesse fatto l’istruttore di sci non avrebbe fatto certe sparate, purtroppo è il destino.

Torniamo in cucina, il cuoco in questione, è contro è anche contro il semolino, tanto da essere un acceso antisemolinista. Al suo posto metterebbe cous-cous ovunque. Il cuoco nega i potenti benefici sociali del semolino: nega l’evidenza, è un negazionista. Qualcuno dice che non si sia nemmeno vaccinato. E così tutto quadra.

 

IL CUOCO, QUINDI

Ricapitolando: il cuoco dice che i sionisti di Israele son dei poco di buono (sì, faccio sintesi, ma il concetto è questo), ecco cosa ha scritto riferendosi alla fortunata senatrice a lunga vita, al secolo Liliana Segre:

“Palestinesi? ‘Non mi occupo di politica’. Cit. Liliana Segre. Vedo che però te ne occupi quando si tratta degli ucraini. Lasciami dire che il tuo silenzio sistematico nei confronti della pulizia etnica che il popolo palestinese sta subendo da 74 anni è disgustoso.”

Anatema! Chi ha osato toccare Israele? Chi ha osato contraddire una fortunata senatrice a lunga vita, al secolo Liliana Segre? Chi è il marrano?

 

MODELLO “ROVIGO”

mi so de Rovigo e no me intrigo“: questa è la linea di fermezza della fortunata senatrice a lunga vita, al secolo Liliana Segre. Capito che spessore? A costei, che ci sia qualcuno che patisce dei soprusi, non gliele può fregare di meno. Lei deve fare solo la fortunata senatrice a lunga vita, al secolo Liliana Segre, mica deve essere la paladina di qualcuno. Semmai è paladina di chi le fa comodo, di chi condivide gli stessi interessi. Intendiamoci, per la fortunata senatrice a lunga vita, al secolo Liliana Segre vi è un solo popolo che ha sofferto e che sempre soffre: quello israeliano. Punto. Per gli altri (popoli), ma che vadano a farsi benedire!

Ovviamente una pensatrice di questo calibro, non poteva fare la vita da semplice pensionata dell’Upim, ed ecco che quindi viene “promossa” senatrice a vita (=finchè campa).

 

IL CONSOLE CONSOLATORE

La povera fortunata senatrice a lunga vita, al secolo Liliana Segre è lasciata sola da tutti, offesa ed abbandonata, oramai che anche la Prima (della Scala) è andata.

Il cuoco malandrino l’ha colpita nel punto suo più debole: il fianco di Sion. E lei soffre, soffre…

E che fa un Console? Ovvio, consola. E prontamente il Console consola la fortunata senatrice a lunga vita, al secolo Liliana Segre.

Come si chiama il Consolatore: facile, Marco Carrai.

Orbene, anzi, orbace, il bravo Marco Carrai è console (onorario) di Israele in Toscana, e sembra quasi omonimo di un altro toscano che è grande amico di Renzi (tra l’altro si assomigliano mooolto). Tanto amico, amico fidatissimo, tanto da essere incaricato alla sicurezza (cyber) nazionale. Oddio, ma siamo sicuri che sia omonimo e non sia la stessa persona? Mah!

E cosa dice il console consolatore? Semplice: attacca il cuoco dicendo che lui (il cuoco) non conosce la storia, che si ripassi bene l’Artusi e si faccia i mestoli suoi. L’uomo omonimo rimprovera al cuoco di non conoscere le virtù del sionismo e di parlare, di fatto, a vanvera.

La fortunata senatrice a lunga vita, al secolo Liliana Segre ora è più serena.

E Marco Carrai, nome comune di frequentatore di Palazzi, ha compiuto il suo dovere. Bravo.

 

SIONISMO

In effetti il cuoco parrebbe un cicinino contrario al sionismo. Per lui è come il fascismo. Il console, tra una carezza e l’altra se ne accorge e bacchetta (col forchettone) il cuoco. Gli dice proprio: “devi studiare la storia il sionismo non c’entra con fascismo“.

Su questo il consolatore ha ragione: i sionisti stavano già sulle scatole a Sua Eccellenza Benito Mussolini. Su questo non ci sono dubbi. Chissà perchè. Sono ancora qui che me lo chiedo.

 

 

 

 

 

LA GRANDE BALLA

Sarebbe bello che le cose venissero raccontate in modo corretto.

Volendo potremmo riutilizzare i banchi con le rotelle della Azzolina, e rimetterci tutti a studiare la Storia. Tutti insieme: giornalisti, senatori di lunga vita, piastrellisti e peracottari varii. Tutti insieme.

Potremmo per esempio studiare che, come per i cristiani ed i musulmani, esistono diverse “correnti” anche nel mondo ebraico.

Volendo potremmo approfondire fino ad arrivare a ebrei ortodossi contrari al sionismo, tanto da ritenerlo come il satanismo, e che magari sono amici dei palestinesi.

Potremmo comprendere che essere critici (duramente) verso Israele, non significa sputare sulla Torah.

Potremmo anche capire che il semitismo con Israele c’entra come il cavolo con la merenda (però qui è questione di gusti, non si sa mai…).

I più arditi potrebbero anche comprendere che i fatti stanno in maniera diversa: che Moni Ovadia, Gilad Atzmon e tantissimi altri non sono antisemiti, anche se criticano aspramente Israele.

I primi della classe scoprirebbero che il Rabbino Weiss di Neturei Karta non è antisemita (e magari è proprio il suo gruppo ad essere più semita degli altri).

Vorrei vedere qualche dolce sionista dire al Rabbino Weiss che è un antisemita ignorante (che ignora) . Vorrei proprio vedere la scena, con tanto di pop-corn.

 

 

 

 

 

 

 

Eh sì, caro console omonimo e cara fortunata senatrice a lunga vita, al secolo Liliana Segre, c’è sempre tanto da imparare. Per non farsi fregare. Così per dire. Adesso torno a cucinare.

 

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