Mondiali di scherma a Milano, la schermitrice ucraina, tale Olga Kharlan, vince contro una atleta russa (mannaggia), ma contrariamente ad una secolare tradizione, non porge la mano all’avversaria.
GIUDICE CORRETTO
Di fronte a tale atto di arroganza (e maleducazione) i giudici della gara hanno squalificato l’atleta ucraina.
Se una regola esiste evidentemente deve essere applicata, anche se deve “sanzionare” la povera ucraina. Dura lex, sed lex.
GIUDICE SCORRETTO
Poteva mai essere squalificato un atleta ucraino in favore di uno russo? Giammai!
Tempo un paio d’ore e la strafottente Kharlan viene riammessa togliendole la squalifica. Che meraviglia!
La motivazione delle revoca della squalifica è veramente squallida: hanno riconosciuto all’ucraina la “buona fede”.
UNA VOLTA LO SPORT
Una volta lo sport era il luogo dove si imparava a rispettare gli avversari e le regole.
Per i giovani lo sport aveva un secondo fine che era educativo.
Da oggi lo sport è come la politica: si può dire tutto ed il contrario di tutto. Tutto va bene.
SENZA LIMITE
Se già non bastavano le porcate del governo ucraino, da oggi abbiamo un argomento in più per definire lo stato ucraino come il guappo o lo sbruffone del quartiere. É miserabile che uno sportivo non riconosca l’avversario. Vengono in mente le tanto vituperate Olimpiadi di Berlino del ’36: lì Carl Ludwig è a fianco con Owens. Carl Ludwig era bianco, avversario e sostenuto dal nazionalsocialismo, eppure erano e rimasero amici (sino al ’43, quando Ludwig viene ucciso).
E poi parlano di nazismo, ma questo di oggi cos’è?