Pericolo a Busto Arsizio

e così mentre il SIFAR, preparava il dossier per il COPASIR, e il SISMI rimaneva in stay-behind ( per gli amici, Gladio), ecco che a Busto (Arsizio)

 

UFFA CHE NOIA

La locale caserma dell’Arma è ammantata da una serafica tranquillità. In giro niente delitti, niente violenze, niente danni, insomma una noia mortale.

I graduati erano contenti e a buona ragione: la loro presenza manteneva tranquilla la città, un gioiello di città. Però l’ozio è il padre dei vizi ed allora i vertici iniziarono a preoccuparsi sulla tenuta morale dei sottoposti.

Bisognava tenere la truppa in “all’erta” e non abbassare la guardia (che se è troppo bassa diventa imbarazzante per chi sta in piedi).

Bisognava quindi agire e presto.

 

L’ERBA DEL VICINO

Siccome nel prato del vicino l’erba (nel senso del prato) è sempre più verde, ecco che qualcuno della Stazione di Busto avrà detto: tutti fanno dossier e possibile che noi niente?

 

 

 

 

 

QUANDO SI DICE LA FORTUNA

Fare senza la fortuna è impossibile, e questa volta la Fortuna citofonò alla locale Stazione: in città c’erano dei facinorosi, spuntati da chissà dove ( forse russi o sovietici ).

E allora vai con gli appunti: cerca in nomi, cosa fanno , chi sono, dove abitano, cosa vogliono, chiedi ai vicini, chiedi al prof di latino, insomma: raccogliere tutti gli indizi. Questo è un caso grosso che non può essere trascurato.

 

 

 

COSA FANNO I FACINOROSI

Tutti noi ci chiediamo come si svolge la giornata del facinoroso.

Beh, è facile, basta andare nelle piazze, per esempio a Busto Arsizio – in Piazza Santa Maria, ed assistere alle loro (dei facinorosi) provocazioni.

Destò grande turbamento di popolo, quando parlarono  (i facinorosi) di inquinamento, di Seveso. Poi, non sazi di ansietà, parlarono di ENI e dei suoi affari e malaffari. Poi parlarono di studio-lavoro-morte, ovvero di come uno studente (non un patrizio) deve studiare (è giusto) , deve lavorare (mah, non capisco) ed infine deve morire lavorando (e qui se permettete mi incazzo, pota!).

Ovviamente i facinorosi sono dei disobbedienti e quindi niente mascherina (che tante vite ha salvato) e niente sieri (ai quali il mondo è grato).

Figuratevi che i facinorosi andavano in giro per le strade negando le Verità Assolute, arrivavano a dire (già alla seconda pinta)  che: “la Scienza non è certezza“.

Negavano il Santissimo et Salvifico Certificato (verde) adducendo che era discriminante. Si paragonavano agli ebrei con la stella gialla.

Non paghi di tanta protervia, i facinorosi, sembravano volersi sostituire al Papa, non a caso avevano preso a “bivacco” (di manipoli?) la più bella piazza di Busto: Santa Maria (proprio per essere blasfemi al massimo).

 

IL SABATO DEL FACINOROSO

I loro riti eretici si svolgevano perlopiù col favore delle tenebre e di sabato pomeriggio.

Di sabato portavano in piazza complessi apparati elettronici (sicuramente costosi e pagati da chi?), e ammorbavano l’atmosfera con effluvi di fake-news. In certi momenti, drammatici, si lanciavano in canti e balli in lingua cagot. Dei veri diavoli.

Nemmeno le suppliche del Sindaco di Busto ebbero la forza di farli desistere, anzi, loro (i facinorosi)  continuarono a manifestare arrivando a dire questo diritto era loro concesso dalla Costituzione Italiana. Pura follia.

 

OBBEDIR TACENDO MICA PENSANDO

Ovviamente il piantone di pomeriggio provò ad esprimere qualche dubbio sulla effettiva pericolosità dei facinorosi-ex-sovietici, però, si sa, chi è dell’Arma è “uso obbedir tacendo” e quindi non serve pensare, è di troppo.

E così il piantone la piantò di avere dubbi.

 

 

 

IL QUADRO É CHIARO

Alla fine di pedinamenti, appostamenti, soppiattamenti, elucubrazioni, ecco che la situazione diventa chiara: c’è l’origine del Male, il turbatore del popolo, il Grande Vecchio che tira i fili: habemus leader!

 

LEADER NON LADER

Non era proprio vecchio, anzi molto giovane, ma come si dice spesso: l’età non conta (sarebbe discriminante).

Speravano rubasse perchè da noi è buona pratica: un leader onesto puzza di pulito, rovina la media, e non è una bella cosa.

Essere un lader per un leader è un peccatuccio veniale, ma il ragazzo proprio non ne vuole sapere di affondare gli artigli nella cassa, anzi: ogni tanto rompe il maialino (quello con l’immagine votiva di Mario Draghi) e versa i soldini in cassa comune. É quasi una formichina!

Si comprende subito che il capo-facinoroso era furbo e non si faceva cogliere su piccoli fatti.

 

STI GIOVANI, STI GIOVANI

Girano su youtube un paio di video: www.youtube.com/watch?v=aHwN6bU57Y8 e www.youtube.com/watch?v=PE7Vm7X9UDE , ma siccome in caserma Youtube non si prende bene e allora li hanno ignorati. Peccato erano interessanti ed educativi…

 

SI PROCEDA!

Con tutto quel po’ po’ di materiale acquisito, gli uomini dell’Arma vanno in Procura e recitano: “quel facinoroso deve essere fermato!“.

Fermato sì, ma come?

Ecco: sarà un SORVEGLIATO SPECIALE.

 

 

 

MAL COMUNE

Si lui è un sorvegliato speciale, mentre noi, che siamo meno leader e forse lader, noi dicevo, siamo sorvegliati normali.

Il sorvegliato normale è quello che non si sa cosa abbia commesso, ma è solo questione di tempo: tutti sbagliano, prima o poi.  E quindi tutti schedati, con garbo, con lievità, su carta riciclata.

 

 

SORVEGLIATO SPECIALE

Non non è il film con Stallone, l’attore. É meglio definita qui: Sorveglianza speciale – Wikipedia

La sorveglianza speciale parte da lontano: si narra che nel 1931, già Mussolini non ne fosse tanto convito di questo provvedimento: “Va bene il manganello, va bene il lassativo però quel che è troppo è troppo!” sbottò a Rocco (Alfredo, Ministro della Giustizia).

E siccome la Repubblica nasce dalle ceneri del Fascismo, e siccome in campagna non si butta niente, nemmeno la cenere, ecco che il repubblicano-legislatore pensò bene di riutilizzare quel provvedimento che tanto caro fu a Rocco (Alfredo, ex-Ministro della Giustizia).

 

IL BRAVO SORVEGLIATO

Ma insomma, cosa devo fare per diventare un “sorvegliato speciale”, come Rambo?

Prima di tutto devo essere un soggetto considerato socialmente pericoloso.

Cioè io posso essere il più efferato criminale, ma se la gente mi vede come brava persona allora non sarò mai un vero “sorvegliato speciale”.

E poi, cosa deve fare un soggetto considerato socialmente pericoloso?

  • vive, anche solo parzialmente, con i proventi di attività delittuosa in ragione della sua condotta e del suo tenore di vita;
  • è abitualmente dedito a fatti delittuosi;
  • è dedito alla commissione di fatti di reato che offendono o mettono a rischio l’integrità fisica o morale di minori, la sanità, la sicurezza o la tranquillità pubblica.

Diciamo che se ho una vecchia Panda gibollata, con il conto a “quota cento” (euro) allora non ho proprio speranze di diventare un “sorvegliato speciale”. Se poi il delitto tipico è di parcheggiare un po’ fuori dalle strisce, beh, allora proprio sono una nullità.

 

 

UN GIORNO

Un giorno questa tristezza finirà, perchè c’è un limite a tutto.

Abbiamo più di un migliaio all’anno di morti sul lavoro, abbiamo i Benetton felici e contenti (e arricchiti), abbiamo i nostri cari lasciati morire per la metà di trenta denari, e via dicendo.

 

É ora di finirla.

Caro Presidente (Pertini) aiutaci! Ne abbiamo tanto bisogno.

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