L’IDEOLOGO
A Milano nei mesi scorsi ci furono diverse manifestazioni di dissenso.
A molti cittadini non piacevano le coercizioni imposte per fronteggiare il Covid.
Perdere la libertà ( la dignità è già stata ridimensionata da tempo ) era inaccettabile per molti, finchè è arrivato l’ideologo delle proteste.
Egli è stato “imparato” nelle migliori madrasse afgane: lì ove non osano nemmeno le aquile, lui aveva imparato a smuovere le masse col solo “tap” sul display. Ogni suo messaggio vocale diventava virale, come se fosse un Profeta (d’altronde nella madrassa cosa altro doveva imparare, l’impasto per i casonsei bergamaschi?). Insomma, diventava sempre più esperto nella comunicazione digitale, addirittura superando Calenda.
Sempre lui, veniva istruito al disprezzo delle democrazie hollywoodiane, ritenute da molti, manifestazioni lussuriose. Sempre lui, imparava la sottile arte dell’inganno del Principe: “ciula il popolo e fagli credere che è per il suo bene, egli [il popolo] sarà felice di essere ciulato“. Ciulatis, ciulandis…
L’ideologo, poteva scrive fino a 4 messaggi al minuto in contemporanea: era più veloce di Renzi e la Casellati messi insieme. Come twitterava lui (l’ideologo) non c’era pari.
FINE PACCHIA
Poi la Polizia Politica Italiana (lo so, ma tra le tante cose buone che Mussolini ci ha lasciato c’è anche la polizia politica), questa Polizia, si accorge dell’ideologo e lo agguanta, lo impacchetta e lo spedisce tosto alla sbarra.
Lui è un ideologo e non si intimorisce nemmeno quando gli dicono che farà carcere duro per un anno. Granitico come un ferro da stiro, egli non fa una piega.
E alla fine patteggia: non finirà in carcere, ma sarà sfanculato in eterno, in modo da essere da monito per gli altri suoi “colleghi” o aspiranti tali.
Missione compiuta. Bravi.
L’AGITATORE
Questo ideologo è un ragazzo di vent’anni milanese.
Egli motivava le proteste contro i lockdown prendendo come spunto la Costituzione. In effetti la Carta parla di principii e libertà.
Pensava che la manifestazione del pensiero fosse una forma elevata di partecipazione sociale.
E andava raccontando a tutti, specie ai bimbi indifesi, che senza Libertà non c’è Giustizia.
Affermava che il cittadino ha il dovere di difendere la Costituzione.
Ne diceva tante, molte, anzi troppe…
GRAVI PECCATI
Ha visto bene la Magistratura: con ‘sto ragazzo, qui c’è puzza di peccato di presunzione.
Ma dico io: ma come poteva pensare questo benedetto ragazzo, che la Costituzione fosse scritta anche per lui?
Ma chi si crede di essere? Ma dai! La Costituzione è troppo importante, figuriamoci, che non la tocca nemmeno Mattarella, e adesso arriva ‘sto milanese di vent’anni ad insegnarci ad usarla! Ma va la!
Questo ragazzo, Zeno per i correi, ha peccato grandemente, ha peccato di presunzione: si riteneva destinatario della Somma Carta Repubblicana! Questa è arroganza: lui è un popolano, un plebeo, e quindi non può godere dei piacevoli diritti costituzionali. Egli non può proprio godere: il popolo, che ama essere ignorante, deve patire ogni giorno in modo da far gustare ai giovani patrizi la loro naturale elevazione.
CATTIVI MAESTRI
Il povero Zeno è stato forse plagiato. Purtroppo i cattivi maestri non mancano mai.
L’ex Presidente Pertini, sicuramente a causa dell’età, soleva infatti dire: “…giovani ribellatevi alle ingiustizie, io sarò sempre con voi al vostro fianco“.
Ora le parole di Pertini risuonano lontanissime, remote, altrimenti chissà come saremmo conciati: saremmo come una qualsiasi repubblica teocratica islamica, e invece grazie a Tajani oggi possiamo esportare democrazia dappertutto.
Altro cattivo maestro è certamente Aldo Moro: si fingeva democristiano, ma sotto sotto lavorava per minare la moralità dei giovani, tanto da esortarli a prendere parte attiva nella difesa della Costituzione. Sono cose davvero brutte e per fortuna che quel rischio oramai non c’è più: ora tutti viviamo in lieta armonia col Creato.
A modo suo Zeno è un nostalgico dei tempi andati, non ha ancora realizzato quanto sia bello vivere in un paese libero, giusto e dalle rosee prospettive. Un Paese Meraviglioso, recitano taluni.
Zeno proprio non lo vuole capire, ah, core ingrato!
Molto bello duro ma L ironia non manca fortunatamente un abbraccio