Che una persona abbia bisogno di una casa è cosa scontata.
Se poi è una famiglia con bambini, direi che non c’è nemmeno da discutere.
Poi ci sono ancora persone che la casa possono solo pagarla con l’affitto. Poi magari non riescono più a pagare, non per colpa della ludopatia, ma semplicemente perchè viene a mancare il lavoro. Di questi tempi disgraziati non è impossibile perdere il reddito.
Poi c’è la “proprietà”, padrona della casa che vuole i soldi, anzi, meglio vuole espellere il “moroso”.
Business is business.
Poi il Comune prova a coprire le spese e farsi garante. Cioè dico il Comune, non la banda dei peracottari.
Poi “proprietà” se ne frega: che il moroso finisca in strada, ove sarà pianto e stridor di denti…
Poi c’è una bambina di due anni, cià, lo riscrivo: due anni, che è ammalata (una sana bronchite), ma che vada anche lei in strada.
La proprietà vuole guadagnare sui poveri cristi? e il Paese approva? Noi i “lavori pubblici” li abbiamo per fare il “Ponte sullo stretto” e la TAV, per il resto che ci pensino i “Lavoretti Pubblici”.
Strano Paese questo: ci scassano i maroni per una maglietta di Montesano e lasciano che una famiglia soffra così.
Ora io dico: ma a che cacchio serve una “proprietà” quando questa (la proprietà) deve far soffrire delle persone?
Si dà il caso che il Paese dalla bella Costituzione, abbia molto a cuore la “proprietà”, un po’ come il Padrino ha a cuore la “famigghia”, però mi domando: perchè la collettività deve “proteggere” i soldi e NON proteggere i bimbi?
Tranquilli, c’è sempre il peggio: siccome i genitori non hanno reddito, non sarà difficile applicare “il metodo Bibbiano”, così la “proprietà” riavrà il suo amato immobile e qualche Onlus avrà del “materiale umano” da piazzare. L’ho detto prima: business is business. Chiaro, no?
Però la “proprietà” avrà un nome e magari un cognome: chissà chi è?
Almeno Don Camillo conosceva i proprietari-padroni, il Filotti e tutti gli altri. Altri tempi.