Moschea di Al Aqsa (Fab Yusuf)

Settimo secolo dopo Cristo.

Gerusalemme è ancora sotto il dominio romano d’oriente, pochi anni dopo aver resistito ad una feroce invasione persiana.

La Moschea di Al Aqsa è distrutta e l’area usata come discarica. Gli ebrei sono da secoli stati espulsi e messi a bando dalla città santa.

La popolazione cristiana subisce i soprusi bizantini ed è dissanguata da tasse e balzelli oppressivi. Dopo aver subito 13 anni di persecuzioni e torture alla Mecca, i musulmani sono emigrati a Medina, dove hanno fondato una nuova superpotenza, subendo da subito le aggressioni bizantine, in modo indiretto e diretto.

La guerra bizantina contro l’Islam ha però portato in pochi anni l’Impero Romano d’Oriente a perdere la gran parte dei suoi territori, in cui la popolazione non musulmana spesso accoglie con favore i musulmani, giungendo ad accordi pacifici con la nuova potenza, che gli garantisce di poter mantenere le proprie proprietà, la propria fede e le proprie leggi, ed essere liberati dal giogo delle tasse bizantine.

É in questo contesto che, dopo pochi mesi di conflitto, il Patriarca di Gerusalemme Sofronio chiede ai generali musulmani di stipulare una tregua, a patto che sia il Califfo ‘Umar stesso a recarsi a Gerusalemme per firmarla.

Immaginate lo stupore dei dignitari di Gerusalemme quando attendevano l’arrivo di questo imperatore che in pochi anni aveva espanso i confini del suo impero in modo vertiginoso, sconfiggendo le superpotenze che si contendevano il potere da millenni, i persiani e i romani, e videro arrivare un uomo che montava su un asino, tirato da quello che appariva essere il suo servitore, senza scorta o seguito, con abiti umili che ricordavano quelli di un monaco o un asceta, più che di un re o un imperatore.

Ora immaginate quanto ancora più lo stupore nello scoprire che, in realtà, quello che montava sull’asino non era il Califfo, ma il suo servo, poiché’ il Califfo, seguendo i dettami egualitari dell’Islam, si era messo d’accordo col suo servo per montare l’asino a turno, ed all’arrivo a Gerusalemme era il turno del Califfo di camminare a piedi!!

Un altro evento rimasto negli annali come esempio della tolleranza religiosa islamica messa in atto dal Califfo ‘Umar bin al Khattab fu il suo diniego di pregare in chiesa, quando il Patriarca gli offrì di farlo, per timore che in seguito i musulmani potessero voler reclamare tale moschea violando il patto di tutela delle chiese cristiane. Il Califfo quindi pregò appena fuori dalla chiesa, dove poi fu eretta la Moschea di ‘Umar, tutt’ora visitabile a Gerusalemme.

Con l’entrata islamica a Gerusalemme l’area della Moschea di Al Aqsa, nota alle Genti del Libro come Tempio di Salomone, fu ripulita e ripristinata al culto, il Califfo ordinò che ai giudei fosse consentito il ritorno nella città dopo anni di messa al bando, e si inaugurò un’epoca di convivenza pacifica tra le comunità delle tre religioni che perdurò fino alla caduta del Califfato Ottomano un secolo fa e la presa della Palestina da parte dei britannici, con seguente fondazione dello stato sionista. L’unica altra interruzione al periodo di pace in Palestina sotto il dominio islamico, fu il periodo buio delle crociate, ma questa è un’altra storia.

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