Una volta c’erano le “spine” e per differenziarle erano “maschio” e “femmina”.
Le spine si usavano per la corrente, tanti elettrodomestici: amplificatori,ecc.
Chi poi suonava la chitarra avrà bene in mente il “jack 6.3”, quello che infilavi nella Fender o nella Gibson.
Poi dall’altra parte ci stava il JCM800 della Marshall, anche a lui veniva infilato il jack, poi il resto del lavoro lo facevano le valvole.
ADESSO BASTA
Oltre alla musica imbastardita con penose sequenze di suoni , adesso è arrivata anche la storia che le spine non sono più maschio e femmina.
Dai, non sto scherzando, è proprio così: a qualcuno è venuto in mente che il genere “rovina” la qualità della vita.
Sembra di stare dall’altra parte del cartello “Manicomio”: cerco in giro il classico infermiere bulgaro al quale chiedere la via d’uscita. E invece no, sono in un paese EU nel 2023, quasi 2024.
Tra tutti i problemi che ci sono in giro per il mondo abbiamo dei buontemponi che giocano a fare i mentecatti: via il jack maschio da infilare nella femmina. Ora abbiamo il “primario” da infilare nel “secondario”. Come dire: Dante e Prendente.
INFILARE
Già infilare mi suona mica tanto bene, perchè infilantis-infilandis, non vorrei che qualcuno ci prendesse troppo gusto.
Secondo questi geniali elettrotecnici dire “maschio” è brutto, dire “femmina” è brutto, e quindi mi aspetto che il prossimo giro tolgano anche “infilare”. In effetti, noi in osteria, sappiamo che il maschio infila la femmina, o la femmina si fa infilare dal maschio. Noblesse oblige.
Il prossimo passo sarà quindi il “contatto”: il primario sarà messo in contatto col secondario.
Basta con queste simulazioni penetranti! Andiamo avanti!
NEOLINGUA
L’associazione dei costruttori PAMA ha riscontrato che :
La Professional Audio Manufacturers Alliance (PAMA) ha identificato sempre più problemi linguistici e terminologici obsoleti
riconosciuto come un fattore che scoraggia lo spirito di inclusività all’interno della comunità dell’audio professionale. PAMA ha lavorato in collaborazione con Audinate e alcune altre organizzazioni membro, utilizzando una struttura Audinate come punto di partenza. PAMA ha diffuso un sondaggio ad aziende associate per raccogliere feedback riguardo al linguaggio problematico (ad esempio, master/slave nel timbrare i riferimenti ed eliminare maschio/femmina in riferimento alla topologia del connettore) e sollecitando input su una terminologia alternativa e neutra.
Cioè mi voglio far intendere che per un elettrotecnico/elettronico dire “maschio” o “femmina” è un problema?
Ovviamente alla PAMA, non sapendo come altro meglio usare il tempo, hanno pensato di allargare le parole da cambiare:
- master / slave diventerà primario/secondario. Ovvio: il termine “slave” pareva indicare il tipo col perizoma di cuoio che incatenato viene frustato dal “master”
- maschio / femmina diventerà plug/socket. Ora “socket” sarebbe “zoccolo” che però in italiano dovrebbe essere il maschio (aridajje!) della…zoccola! Chissà come finirà
- Whitelist / Blacklist diventerà incluso / escluso.
COME PROCEDERE
Forse è il caso di dare un taglio alla storia dell’inclusività.
Prima di tutto io non vedo tutta ‘sta gran inclusività: insomma nessuno mi tira per la manica e mi dice “vieni a mangiare da me”, oppure “vieni a vedere il film da me”.
Il prossimo passo toccherebbe alla Bibbia: Dio li creò il maschio e la femmina. Punto.
La soluzione è abbastanza facile: per chi è “incerto”, organizzare dei corsi di “aggiornamento sul genere” che si dovranno tenere a Tehran: lì ci sono ottimi docenti ed ottime attrezzature (autogru, corde, ecc.).
La formazione è fondamentale, sempre!
https://www.clynemedia.com/PAMA/InclusiveLanguageInitiative/PAMA_InclusiveLanguageInitiative.html