Poco prima di Natale, la prode Cecilia Sala parte per l’Iran con l’intento, secondo alcuni , di sostenere la lotta di liberazione delle donne iraniane, poi qualcosa va storto e viene arrestata.
Però questa storia non convince molto: ma come si può pensare che mandare a gambe all’aria il governo degli ayatollah con una sfitinzia di neanche trent’anni? La repubblica dell’Iran conta oltre 70 milioni di abitanti, ma che tipo di “Messia” deve essere la Sala? Di quali particolari doti è “dotata”?
Bisogna ricordare che la “nostra” Cecilia è spesso ospite di trasmissioni televisive, è fotogenica, quindi è “efficace”, in fin dei conti è importante la forma mica la sostanza. Ma quanta esperienza internazionale, e di vita, potrà mai avere codesta fanciulla?
Passiamo al lavoro. La Sala giornalista concede le sue grazie giornalistiche a due canali: “Il Foglio” e Chora Media. Cominciamo col primo.
IL FOGLIO
Strano giornale “il Foglio”: non lo si trova in edicola e nemmeno nelle “emeroteche” di campagna, dove il giornale (a strisce) veniva appeso al chiodo. “Il Foglio” lo si trova nella rassegna stampa di Radio Radicale e pochi altri casi. In compenso riceve dei soldi pubblici: Nel 2023 ha ricevuto poco più di 1.000.000 di euro.
Per sommi capi “Il Foglio” è:
- filo USA (atlantista)
- filo Israele
- filo comunità (sedicenti) ebraiche
- filo Ucraina
volendo approfondire il pensiero di questo giornale, bastano alcuni punti:
- Israele deve difendersi
- i Palestinesi odiano gli ebrei
- chi critica Israele è antisemita
- siccome Hamas spara i missili allora Israele bombarda i civili
- non esistono Palestinesi innocenti, ma esistono palestinesi che potrebbero (in futuro) sparare
- la terra è stata promessa agli israeliani e mica ai musulmani
- esiste una sola strage ed è avvenuta il 7 ottobre 2023
Ove necessario “Il Foglio” diventa un giornale negazionista: nega che vi siano state delle stragi in Palestina. Nega le esecuzioni sommarie, nega i cecchini, nega le file di affamati (palestinesi), nega l’esistenza di “espropri” operata dai coloni (sionisti). Nega la sistematica distruzione di Gaza, però ha dei giornalisti con uno spiccato humor nero (sulla pelle altrui):
Insomma la Cecilia lavora in un ambiente stimolante e ricco di umanità.
Però bisogna riconoscere che “Il Foglio” è indipendente, come quando bacchetta il Papa perchè sta rischiando di diventare antisemita:
e questo sarebbe antisemitismo del Vaticano:
In sintesi per quelli del Foglio esiste Israele e quelli che obbediscono ad Israele, mentre gli altri devono sparire o al massimo stare zitti.
PRIMA DOMANDA: siamo davvero sicuri che un giornalista de “il Foglio” possa essere il benvenuto in Iran?
CHORA MEDIA
La vispa Cecilia non è andata in Iran per conto del Foglio, ma per conto di Chora Media.
Siccome nessuno è perfetto, allora cerchiamo di capire chi/cosa sia questa “Chora”: Chora Media produce comunicazione multimediale, è una solida azienda di una trentina di collaboratori. Questo è il suo pitch:
Non basta più vedere, bisogna sentire
Chora è nata nel 2020. È stata fondata da Guido Brera, Mario Gianani, Roberto Zanco e Mario Calabresi, che la dirige. Chora vuole dare voce a una vasta gamma di narrative autentiche, attraverso un’unione non convenzionale di formati.
Quindi tra i fondatori troviamo il Calabresi Mario, del fu “commissario Finestra” (ricordate Pinelli?) e già direttore de “La Stampa”, ma questo non ha molta importanza, vediamo che numeri producono.
Come canale Youtube la “Chora” guadagna pochino:
se va bene, in un anno con i video portano a casa meno di 10K euro però non credo possano essere sufficienti a sfamare una trentina di collaboratori.
Andiamo oltre. A quanto pare Chora Media appartiene alla ditta Be Content S.r.l. la quale appartiene al gruppo Be Water S.p.A. Molto bene, e chi è questa SpA chiamata “Be Water”?
Be Water è stata fondata nel 2020, ha 4 dipendenti, con un fatturato del 2023 di 120.000 euro, ed una perdita di oltre 440.000 euro.
RIFLESSIONE FINANZIARIA
Se una azienda nel settore della comunicazione social, dopo 4 anni di attività arriva appena a 120.000 euro di fatturato, con perdite di quasi mezzo milione di euro, in questi casi uno normale si dovrebbe chiedere se non sia meglio chiudere baracca ed andare a dormire.
Esiste un altro aspetto non certo secondario: il “peso” dei fondatori. Infatti per una anonima startup, messa in piedi da due o tre brillanti menti – comunque figli di operai – è normale fare fatica a crescere. Però se l’azienda è sostenuta da Calabresi e Breda (ex Fineco) allora il decollo aziendale diventa “verticale”. E invece no, però è strano.
RIFLESSIONE CONCRETA
Dagli elementi sin qui raccolti, parrebbe che lo scopo di Chora Media non sia certamente il risultato finanziario. Inoltre “Chora” è “collegata” ad aziende che paiono essere “vuote” o di “facciata” (altrimenti non avrebbero quei numeri).
Rimane la realtà di una giovane mandata poco prima di Natale a compiere una missione “assurda”, inutile ed anche rischiosa. Vale la pena ricordare che chi ha organizzato la “missione” della Sala è stato molto attento all’effetto “sinergico” di questa detenzione:
- accade a Natale
- una giovane (=innocente)
- “senza motivo” (apparentemente)
Inoltre, la missione della Sala è rischiosa perchè qualcosa del genere accadde già a Regeni quando andò in Egitto. In quel contesto Giulio Regeni pare si fosse proposto come “sostenitore” di proteste sociali in Egitto. Siccome la sua attività era stata “telefonata” fu facilmente preso dai “servizi” ed abbandonato ad una dolorosa fine. Il problema della vicenda Regeni non è nella cattiveria degli agenti egiziani, ma nell’imbecillità di mandare una persona a morire per creare un caso internazionale.
In definitiva le Autorità Iraniane hanno buone ragioni per l’arresto della Sala, perchè la missione della Sala era proprio quella di provocare e danneggiare l’Iran attraverso società di copertura. Che la giovane ne fosse o meno a conoscenza dei piani del deep-state non cambia la sua responsabilità.
Noi nel frattempo ci godiamo il panorama di inutili corifei:
Sarebbe giusto ricordare a Polito che i diritti devono valere per tutti.
www.corriere.it/opinioni/25_gennaio_01/cecilia-sala-l-importanza-dei-diritti-umani-6588d78b-3860-4780-96c2-335cebdcaxlk.shtml