Marco Leardi

https://www.ilgiornale.it/news/cronache/hanno-messo-dinamite-delirio-complottista-sulla-marmolada-2048543.html

 

La tragedia della Marmolada? Un grande complotto. Una strage programmata dai poteri forti per nascondere al popolo chissà quali congiure. Forse una macchinazione per creare panico nell’opinione pubblica. Le menti del cospirazionismo non si fermano nemmeno davanti al dramma e anzi, nel momento del cordoglio scatenano un’altra pericolosa valanga: quella delle loro demenziali fesserie. Fino ieri farneticavano sui vaccini e i microchip, ora invece l’obiettivo è cambiato. Tocca al grande ghiacciaio.

 

COMMENTO

L’articolo è un chiaro esempio di “recinto” psicologico: si prendono frasi astruse, pochissimo probabili, e le si “spalmano” su tutto ciò che è dubbio.

In questo modo si crea un recinto ideologico nel quale rinchiudere tutti gli scettici con anche i maniaci.

In pratica segue il detto: “fare di tutta l’erba un fascio“. Come noto, mettere insieme tutta l’erba è una operazione errata sul piano agricolo, ma l’autore, essendo poco avvezzo col letame, è costretto ad ignorare cotanta sapienza.

In realtà l’articolo non può essere casuale, il clichè utilizzato (generalizzare) è tipico di chi ha in programma di confondere anzichè chiarire, di denigrare anzichè comprendere. Come esercizio per la chiarezza, possiamo proporre l’analisi dell’andamento dei decessi negli ultimi 8 anni, o per rimanere in casa, spiegare la provenienza dei soldi del suo editore.

 


www.ilgiornale.it/news/cronache/se-disperato-potrebbe-sganciare-latomica-lavvertimento-su-2029855.html

 

 

 

Secondo il direttore di Limes, qualora le cose in Ucraina non andassero esattamente come previsto, lo Zar sarebbe in grado di ricorrere alla soluzione peggiore. Quella che mette paura solo a essere evocata. Lo spauracchio nucleare del resto è stato agitato più volte dal presidente russo per mettere in guardia l’Occidente.

e ancora:

Ecco perché le folli minacce dello Zar mettono paura.

 

COMMENTO

Appare evidente che più che intervista si tratti di megafono. In ogni modo quanto sostiene Caracciolo, a parte la gravità del contesto, appaiono ridicole: si ipotizzano le peggiori azioni altrui. Una sorta di condanna preventiva.  L’autore avrebbe potuto e per storia, dovuto, ricordare che le due bombe atomiche sganciate, erano americane verso la popolazione inerme. Ovviamente il giornalista o non ricorda o oppure omette per convenienza.