22.02.2024
il quale scrive:
noi dobbiamo aspettare che Victoria Sharp e Adam Johnson, giudici a Londra, decidano dell’estradabilità negli Stati Uniti di Julian Assange, un tizio o un eroe che nel 2007 diffuse materiali sensibili sulla sicurezza nazionale degli Usa in guerra a Kabul e a Falluja mettendo in piazza, con qualche serio rischio per l’incolumità di informatori e soldati della Cia e del Pentagono, le magagne dello stato e dell’esercito senza i quali la nostra libertà non esisterebbe proprio.
www.ilfoglio.it/esteri/2024/02/21/news/navalny-e-assange-storie-agli-antipodi-6242630/
COMMENTO
Davvero strano identificare Assange come un “tizio” che ha messo a rischio la vita delle persone. Prima di tutto è dal 2012 che è di fatto agli arresti in assenza di una sentenza: già basterebbe questo per frenare il “fastidio” nei suoi confronti. Evidentemente per certe persone esiste un garantismo a geometria variabile. In secondo luogo non è chiaro dove o come Assange abbia messo a prova la vita delle persone. Infatti egli ha divulgato notizie su notizie criminis, e per tale motivo avrebbe dovuto essere riconosciuto come persona “modello” per il senso di civiltà, a meno che il metro di giudizio sia cambiato e quindi uno che assiste ad un grave fatto criminoso debba tacere o meglio, depistare. É paradossale che il personaggio sia in giornalista, la cui “missione” dovrebbe essere, a parte le legittime opinioni, quella di informare a prescindere dalle convenienze.
Sempre il personaggio, riduce a “magagne” le stragi di civili. Vi è uno squilibrio, grave, il personaggio lascia capire che le “stragi dipendono dal contesto”, mentre invece la vita di ognuno è sacra, amici inclusi.