Fabio Savelli

www.corriere.it/economia/consumi/22_aprile_23/ue-approva-stretta-contenuti-fake-news-multe-fino-6percento-ricavi-e4697ff0-c335-11ec-b8f2-6e6ac278e36c.shtml

 

I principali gruppi tech ora saranno costretti a rivelare quali sono le loro strategie per affrontare la disinformazione e la propaganda, al fine di frenare la diffusione di informazioni false. L’esempio più noto sulla loro capacità di influenzare è lo scandalo Cambridge Analytica. La società di consulenza britannica aveva rubato 80 milioni di profili raccolti da un fornitore che aveva effettuato un sondaggio pagando gli intervistati. Profili poi venduti ad una società americana che ha usato le loro informazioni personali disponibili su Facebook per influenzare gli utenti nel sostegno alla candidatura di Donald Trump. Che poi ha vinto. Un caso?

 

COMMENTO

Il fatto che debbano essere messe in atto delle strategie contro la propaganda potrebbe eliminare d’un botto molti politici i quali fanno proprio questo.

L’autore non ha la minima esitazione nel pensare ad un qualche bavaglio, segno che tale costrizione è oramai consueta e diffusa (e quindi non serve parlarne).

è inoltre possibile che notizie in un momento “false” si dimostrino poi vere. In tal caso come ci si dovrà comportare? Perchè l’autore non si pone delle domande sulla facilità di soprusi che tali norme (DSA) possono provocare?