“Non è facile smontare le fake news quando a costruirle sono Stati, con budget milionari e tecnologia d’avanguardia. Ci si può arrivare dopo anni, ma nel frattempo le guerre che hanno aiutato ad attizzare hanno già fatto migliaia di morti. È successo per due volte ai danni di Saddam Hussein con le inesistenti incubatrici rovesciate nel 1990 e l’altrettanto fantasmatica antrace del segretario di Stato Colin Powell nel 2003. Chi è senza peccato, quindi, scagli la prima pietra, però il dibattito sulle responsabilità russe negli orrori della guerra ucraina resta grottesco .”
inoltre
“un Paese che intende «denazificare» il vicino quando questi ha un presidente ebreo e una florida comunità giudaica.“.
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COMMENTO
Pur partendo da una considerazione solare, ovvero che gli USA hanno utilizzato delle fake, l’articolo rimuove il passato ancora aperto (dell’Iraq) per associare quanto presente ora in Ucraina. Manca la logica: a che pro affermare che non si colpiscono i civili quando i palazzi sono colpiti? Significherebbe che il comando russo è abbastanza stupido da scrivere una simile contraddizione. Esiste invece una seconda possibilità, ovvero addossare all’altro una evidenza. L’autore accenna alle Psychological operations, ma prontamente le ignora quando rischia di cadere sull’ucraino. Insonna i russi negano l’evidenza, ma le operazioni “coperte” si scoprono dopo anni (se si riesce). Si tratta di un articolo capzioso, il quale è doppiamente responsabile allorquando non evidenzia la vicenda Assange: ovvero gli USA vanno protetti.
La seconda parte dell’articolo fornisce chiare indicazioni: Zelensky ebreo. Non è chiaro l’intento, che significa che essendo egli ebreo è vittima e che quindi, per associazione, il suo nemico è un Hitler? Val la pena ricordare, a onor di Storia, chi dichiarò guerra alla Germania prima della II^ guerra mondiale, altrimenti mancano i pezzi.