egli dichiara:
Stiamo assistendo proprio in questi giorni all’intensificarsi di una strategia di disinformazione russa che vede impegnato in prima fila lo stesso Putin con l’obiettivo di disorientare le nostri opinioni pubbliche attraverso la diffusione di una narrativa fallace i cui cardini sono principalmente tre: l’immagine di una Russia desiderosa di pace, il quadro di una guerra ormai inutile e il cui esito a vantaggio di Mosca non è più in discussione e la percezione di un Occidente ormai stanco di sostenere un conflitto di attrito costoso e senza speranze di successo. L’obiettivo di Mosca è di approfittare delle prossime consultazioni elettorali che interesseranno anche altri paesi atlantici dell’occidente.
Ben diversa però è la realtà dei fatti. La Russia si trova impegnata in un conflitto di attrito a lunga durata, accusando ingenti perdite di uomini e di mezzi.
Nessun obiettivo primario di Mosca può dirsi raggiunto. Il supporto dell’economia al supporto bellico non sarà sostenibile a lungo alla luce di sanzioni sempre più stringenti e di un impegno finanziario per la difesa nazionale salito a circa il 6,2% del Pil, che è pari a un terzo dell’intera spesa pubblica.
La Nato è il vero scudo di cui disponiamo per difendere la libertà e la democrazia.
Dal convegno: ‘Le implicazioni strategiche della guerra in Ucraina per l’Italia’.
COMMENTO
Difficile pensare che ad un militare sia chiesta una analisi delle strategie comunicative straniere, tanto più che in effetti queste “strategie” paiono difficili da cogliere. Infatti egli ben si guarda dall’elencarle, come se le sue affermazioni fossero “certe”, sicure a prescindere.
Pare abbastanza ovvio che le opinioni pubbliche occidentali siano interessate a chiudere la questione Ucraina, visto che i continui finanziamenti al governo ucraino, dissanguano le casse e distruggono quel che rimane del welfare. Sul fatto che la NATO sia uno scudo per la libertà, è difficile da poter comprendere, ma è probabile che tale asserzione dipenda dal peso delle oltre 100 basi NATO in Italia.
Come militare, anche se di alto grado, egli dovrebbe aver ben chiaro il concetto di “ripudio” della guerra dettato dalla Costituzione e di conseguenza sarebbe auspicabile una posizione intermedia e non di servile partigianeria.