Equo compenso, ora ci penso

Oggi, 25.01 2023, data storica: il Parlamento ha approvato una legge utilissima, di cui tutti sentivano il bisogno.

No, non è per i tempi di attesa per la lastra, non è per il diritto alla casa, non è per il “41bis” (qualcuno sta rischiando grosso) no, no, è per  l’equo compenso.

Ovviamente, come nelle migliori tradizioni, hanno votato tutti a favore. Come dire: quando è ora della pastasciutta tutti hanno la forchetta in mano.

 

 

PRATICAMENTE

In pratica questa norma è stata scritta per i professionisti, ma è ad uso (e consumo) dell’Ordine degli avvocati.

Le tariffe dovranno avere una soglia minima invalicabile. Chi dovesse fare degli sconti sarà sanzionato.

GLI INTERVENTI

A sentire gli intenti degli oratori (tutti favorevoli, come già scritto) c’era da scompisciarsi dalle risate.

Per esempio: “Questo provvedimento sarebbe a favore dei colleghi giovani che altrimenti lavorerebbero per un tozzo di pane. “. Fatemi capire, quindi il negro che è costretto a lavorare per 3 euro all’ora è giusto così? Così impara a non studiare giurisprudenza? E per gli operai coi polmoni bruciati, quale sarebbe il giusto compenso? Morire prima?

Diversi parlamentari lamentavano il fatto che alcuni enti o grosse aziende pagassero parcelle troppo basse, addirittura simboliche. Ottimo: basta non prendere quel lavoro.

Altri ancora lamentavano che con le tariffe basse il lavoro rischia di essere svolto male. Cioè se non prendo molti soldi allora lavoro alla segugio’s member. Minchia che professionalità!

Credo sia stato il “notariato” a scrivere:

Questo provvedimento ripristina il principio costituzionale secondo il quale la dignità del #lavoro passa anche attraverso la congruità del corrispettivo

a cui mi vien da chiedere che dignità possa avere una persona che prende 1000 euro al mese: una merdaccia? Ovviamente anti-costituzionale.

Provino, lorsignori, a pensare che ci sono persone che prendono 1200 euro al mese, se va bene. E devono lavorare alla perfezione altrimenti “c’è la fila fuori“.

Certuni, oramai privi di vergogna, lamentavano che le tariffe troppo basse abbassavano, svilivano il tenore di vita del professionista, riducendolo magari a fare le vacanze in tenda e non nella spa a 5 stelle.

 

 

SE DICO CASTA?

No, non lo dico, però faccio un ragionamento.

Qual’è la struttura che una volta al suo interno, sei obbligato a fare “muro”  con i “fratelli” , pena la sanzione o l’espulsione? Qual’è quella struttura che non produce , ma guadagna sul lavoro degli altri? Qual’è quella struttura i cui aderenti devono avere un tenore di vita alto? Qual’è quella struttura che chiede soldi in percentuale al bene da “proteggere”?

  1. la mafia
  2. la ndrangheta
  3. la camorra
  4. altro…

UN DOMANI

Sarebbe bello che i liberali facessero i liberali e non i liberali con il posteriore degli altri. Cioè, quando fa comodo si dice che è il mercato a fare il prezzo, e quando fa ancora comodo si dice che il mercato deve essere regolamentato. Cvibbio che coerenza!

Sarebbe bello che il lavoro venisse retribuito in base alla fatica vera e non in percentuale. Il carabiniere ha sempre lo stesso stipendio, sia se blocca un ladruncolo e sia se pizzica un gran ladrone (mooolto difficile, è più facile che il pizzicato sia il povero carabiniere!).

Non ho capito perchè è professionista solo quello che appartiene ad un Ordine, un po’ come i frati. Certo, senza il voto di povertà, anzi, guai!

A cosa servono gli Ordini? Questi Ordini cosa fanno di indispensabile per la comunità? Servono forse per tenere irregimentati gli aderenti? O peggio per favorire le relazioni? Chi lo sa…

Ci sarebbe da pensare…

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