Dichiarazione di Alfredo Cospito all’udienza di riesame

Dichiarazione di Alfredo Cospito all’udienza di riesame per le misure cautelari dell’operazione Sibilla. (Perugia, 14 marzo 2023).

Innanzitutto volevo iniziare con una citazione del mio istigatore:

Il nostro ordinamento ha introdotto quella figura di isolamento mortuario che è il 41 bis, e che per certi aspetti è più incivile anche di questa mutilazione farmacologica. Questo per dire che il nostro sistema non brilla di civiltà
Carlo Nordio, 28 marzo 2019

Questo è stato il mio istigatore della lotta che ho iniziato. Non avrei mai pensato di arrivare fino a questo punto, ho sempre trovato ridicolo il melodramma, amo di più la commedia, ma così è andata. In fin dei conti siamo o non siamo il paese del melodramma? E quindi mi tocca finire in bellezza. Però se ci penso qualcosa di ironico c’è: sono l’unico coglione che muore nel progredito Occidente democratico poiché gli viene impedito di leggere e studiare quello che vuole, giornali anarchici, libri anarchici, riviste storiche e scientifiche, senza trascurare gli amati fumetti.
Ammetterete che la cosa è paradossale e anche un po’ buffa, non riesco a vivere in questo modo, proprio non ce la faccio, spero che chi mi ama lo capisca. Non ce la faccio ad arrendermi a questa non-vita, è più forte di me, forse perché sono un testone anarchico abruzzese. Non sono certo un martire, i martiri mi fanno un certo ribrezzo. Sì, sono un terrorista, ho sparato ad un uomo e ho rivendicato con orgoglio quel gesto anche se, lasciatemelo dire, la definizione fa un po’ ridere in bocca a rappresentanti di Stati che hanno sulla coscienza guerre e milioni di morti e che a volte, come uno dei nostri ministri, si arricchisce col commercio di armi. Ma che vogliamo farci, così va il mondo, almeno finché l’anarchia non trionferà e il vero socialismo, quello antiautoritario e antistatalista, vedrà finalmente la luce. Campa cavallo direte voi e anch’io, per adesso gli unici spiragli di luce che vedo sono i gesti di ribellione dei miei fratelli e sorelle rivoluzionari per il mondo e non sono certo poca cosa, perché sono fatti con cuore, passione e coraggio, per quanto sparuti e sconclusionati possano sembrare.
Detto questo, volevo spiegare il senso del mio accanimento contro il regime del 41 bis. Qualche giurista credo l’abbia capito, ma in pochissimi hanno compreso: il 41 bis è una metastasi che rischia e di fatto sta minando il vostro cosiddetto stato di diritto, un cancro che in una democrazia un tantino più totalitaria – e con il governo della Meloni ci siamo quasi – potrà essere usato per reprimere, zittire col terrore qualunque dissidenza politica, qualunque sorta di ipotetico estremismo. Il tribunale che decide la condanna alla mordacchia medievale del 41 bis è del tutto simile a quello speciale fascista, le dinamiche sono le stesse: io potrò uscire da questo girone dantesco solo se rinnegherò il mio credo politico, il mio anarchismo, solo se mi venderò qualche compagno o compagna. Si inizia sempre dagli zingari, dai comunisti, dagli antagonisti, teppisti, sovversivi e poi le sinistre più o meno rivoluzionarie.
Come potevo non oppormi a tutto questo, certo in maniera disperata, e per un anarchico, proprio perché non abbiamo un’organizzazione, la parola data è tutto, per questo andrò avanti fino alla fine. Per concludere, come disse se ricordo bene l’anarchico Henry prima che gli tagliassero la testa: quando lo spettacolo non mi aggrada avrò pure diritto ad abbandonarlo, uscendo e sbattendo rumorosamente la porta. Questo farò nei prossimi giorni, spero con dignità e serenità, per quanto possibile.
Un forte abbraccio a Domenico che al 41 bis di Sassari ha iniziato lo sciopero della fame con la speranza di poter riabbracciare i propri figli e i propri cari, nella mia forte speranza che altri dannati al 41 bis spezzino la rassegnazione e si uniscano alla lotta contro questo regime che fa della Costituzione e del cosiddetto – per quanto vale – stato di diritto carta straccia.

Abolizione del regime del 41 bis.
Abolizione dell’ergastolo ostativo.

Solidarietà a tutti i prigionieri anarchici, comunisti e rivoluzionari nel mondo.

Grazie fratelli e sorelle per tutto quello che avete fatto, vi amo e perdonate questa mia illogica caparbietà. Mai piegato, sempre per l’anarchia.

Viva la vita, abbasso la morte.

 

COMMENTO

Mentre copio questo testo, sta andando la discussione al Senato sull’equo compenso. Sull’argomento avevo scritto qui. Non scherzo, lo potrete scaricare  da Radio Radicale, come al solito. Il contrasto tra quanto scrive Cospito e la miseria di questi parlamentari è atroce, ma ho qui a fianco il Maalox: ce la farò.

Andiamo alla lettera di Cospito. Ancora una volta egli spiega la sua posizione: si autodichiara, non si nasconde, e non tradisce. Certo, il suo “recupero” non c’è, ma è legittimo, perchè la coerenza, anche se nell’illegalità, non è vietata. Non sarà (Alfredo) un esempio per i giovani, ma chi volta le spalle per opportunismo merita disprezzo.

Cospito dice “viva la vita”: mi corre un brivido. Lui, sarà anche “terrorista”, ma ci fa capire che la vita è per i vivi. Mi viene in mente Luca (9,51): “Lasciate che i morti seppelliscano i loro morti“.

I sedicenti “onesti” (i “morti”) sono solo dei pavidi del delitto: potrebbero essere delinquenti, ma non hanno nemmeno il coraggio. Miserabili. Dall’altra parte, dalla parte di chi ha commesso un delitto, anche nell’errore c’è un anima che davvero è in luce. Al contrario, i beoni possono continuare a credersi illuminati perchè “onesti”. La peggiore disonestà è il tradimento. Quanto tradiscono i sedicenti onesti? Avremmo bisogno di riforme da decenni, ma l’unica riforma è stata l’eliminazione dell’art 18.

Chi può dirsi onesto? Nordio? La Meloni? Prodi? Letta? Salvini? (a proposito, ma quei soldi delle frequenze…).

Alfredo, sarai anche terrorista, ma stai lavorando tu per migliorare il Paese, al posto di quella sboldra [NdT – arraffazzonata] “manica” di falliti e poco votati.

Con rispetto.

 

 

 

 

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