Del Principio e delle pene

Risulta difficile far apire che la questione del 41bis non è per rendere libero chi ha comunque commesso un reato (e magari più di uno), ma è una questione di principio.

 

GIURISTI PER CASO

Fanno grandi conferenze con annesse grandi libagioni.

Fanno bellissime inaugurazioni dell’Anno Giudiziario. Con profumi, pellicce. Mancano solo le pailettes (tanto oramai…) e l’orchestrina.

E poi?

Discettano sui possibili miglioramenti della “macchina giustizia”. Sembrano tutti ferraristi: “bisogna abbassare il musetto, poi bisogna aumentare la luce delle turbine…“. Tanto chi è dentro è dentro, come si dice all’asilo.

Questi malcapitati della Giustizia, finita la cerimonia tornano a casa in stato confusionale: sanno giusto dove hanno parcheggiato la macchina, e per il resto il vuoto.

 

MANCA LA SPIEGAZIONE

Come è possibile che chi parla (e parla e parla…) di Giustizia non si renda conto che esiste una norma che va contro il Paese? Sì, lo so, le norme stravaganti sono tante, però…

Sarebbe bene ricordare che ciò che è contro il dettato Costituzionale è di fatto contro il Paese. Perseverare è tradimento, magari non alto, ma comunque tradimento.

 

CREDIBILE?

Quale credibilità può avere uno Stato che non rispetta esso stesso le proprie leggi?

L’ANARCHICO PIGNOLO

Possibile che debba toccare ad un anarchico far capire la schizofrenia giudiziaria di questo povero Paese? (fra un po’ anche paese povero).

I giusti giuristi di cui sopra non riuscivano, dopo le pappardelle al tartufo, a far capire che il 41bis è contro la Carta (quella Costituzionale, l’altra è quella igienica, sempre meglio specificare)?

Macchè, loro stanno ancora pensando se prendere il Mateus o il Cartizze insieme alla panna cotta. E fanno bene: potrebbe anche darsi che un giorno questi sapori diventino remoti.

 

 

 

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