Cospito: perchè tanta pena?

 

www.ilriformista.it/cospito-resta-recluso-al-41bis-tribunale-respinge-il-reclamo-dellanarchico-in-sciopero-della-fame-335361

Alfredo Cospito è condannato all’ergastolo e per stare sicuri, anche al 41 bis, cioè isolamento continuo per un anno.

É un vero peccato che Alfredo (Cospito) non sia nato duemila anni addietro: una bella crocifissione insieme ai ladroni avrebbe coronato una vita breve, ma intensa. Peccato…

 

 

 

 

ERGASTOLO OSTATIVO *PLUS

E invece …: ergastolo, di quello buono. Il famoso: “fine-pena-mai”.

In pratica un condannato va dentro e si butta la chiave. Uscirà solo con i-piedi-in-avanti.

Anzi, manca ancora qualcosa: un bell’isolamento gli rinfrescherà le idee, un bel 41bis!

Niente radio (a parte “Radio anch’io”), niente giornali (forse il Corriere dei Piccoli), niente di niente.

Però ci sono dei vantaggi: con l’isolamento il Covid è scongiurato: il 41bis è meglio di Pfizer!

 

LA COSTITUZIONE

Giusto per partire dall’inizio, partiamo dalla Costituzione. Dovrebbe essere il punto di partenza per tutte le leggi.

Pazienza, si vede che il libro è in alto ed è scomodo da prendere.

In ogni modo prendiamo l’articolo 27:

…Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato…

 

 

TORNIAMO A BOMBA

É un modo di dire.

Alfredo è anarchico, cioè non ama l’ordine, non nel senso dell’armadio o dei cassetti, ma non ama l’Ordine  Kostituito. Insomma è più incline al Diritto Naturale che ai brocardi bizantini.

Quella degli anarchici è una insofferenza oramai storica: la classica caricatura dell’anarchico era un tizio mascherato con una bomba a forma di palla.

Di conseguenza Alfredo, per rispettare la tradizione, si cimenta con l’esplosivo, però non C4, quello lo hanno usato già tutto quelli di Gladio. Oddio,  di C4 ce sarebbe ancora, però è già stato “opzionato” da alcuni atlantisti (noblesse obligè). Quindi bisogna ripiegare su qualcos’altro.

E poi Alfredo, diciamola tutta, non vuole la distruzione, ma solo il botto, come a Capodanno, e quindi l’Aldredo arriva a preparare un petardone. Come per Capodanno, Alfredo era anche passato dall’Esselunga a prendere lo spumante (che gli era costato un botto), però poi lo ha lasciato a casa perchè aveva paura che in motorino la bottiglia si rompesse. Sarebbe stato un peccato.

Ora, siccome la sua vuole essere una azione dimostrativa, per far capire, allora cosa c’è di meglio di una scuola? Una bella scuola di Carabinieri!

Oh, intendiamoci, tutto quello che è lesivo, dai “petardi” alle armi financo alle parole, è vietato, è inaccettabile. Violenza (qualsiasi forma) MAI! Giusto per essere chiari.

Ritorniamo a bomba. Alfredo fa scoppiare il petardone: minimo spavento, minimo danno. Tutto lì.

 

CHE SENSO HA?

Beh, l’Alfredo non si ferma al petardone: prende e spara per gambizzare. Mai una cosa del genere, mai!

Alla fine il Potere-dell’Ordine-Kostituito, lo acchiappa, lo mette al gabbio, ed infine lo condanna.

In un certo senso Alfredo è un uomo fortunato: a Federico (Aldrovandi), a Stefano (Cucchi), a Uva a Bianzino e a tantissimi (troppi) altri è andata peggio.

Per lui punizia esemplare: murato vivo. Tornerà libero nella terra grassa, prima no.

Perchè cotanta energia giudiziaria?

Abbiamo personcine che hanno messo bombe nelle stazioni, che hanno “tirato” giù aerei, che hanno “tumorato” mezze città, e che se ne stanno tranquilli col Bellini al banco, anzi, quasi quasi ne ordinano un altro.

In pratica assistiamo ai “due pesi e due misure”, cioé l’esatto opposto della Giustizia. Nelle aule penali la sentenza è pronunciata in nome del popolo, eppure dubito che il popolo adori “due pesi e due misure”. Qualcosa non mi torna.

 

 

 

 

PERCHÉ, O MIO CAPITANO?

Lavo i piatti e ci penso, porto giù la spazza e ci penso, spazzolo il cane e ci penso: perchè i due pesi e le due misure?

Cerco una ragione nei testi arcaici, nei Vedanta, negli scritti masoretici, nei Vangeli (apocrifi inclusi), ma niente, un niente di niente. Di certa è una cosa: l’ipocrisia è diabolica.

In ogni modo sono spaesato, ancora non capisco perchè se uno fa “poco” è punito “molto” e un altro invece al contrario.

Serve una persona saggia. Mi viene in mente “L’attimo fuggente” con il compianto Robin William.

Egli difronte agli alunni recita l’invocazione “O capitano, mio capitano“: l’autore, Walt Whitman, si riferisce ad Abramo Lincoln. Ecco la chiave: il capitano!

 

ANCHE NOI L’ABBIAMO

Anche noi abbiamo il nostro capitano, certo, non è esotico come un Lincoln, però anche Salvini non è male e suona abbastanza bene.

Anzi, lui, il capitano, suona molto bene, guardatelo qui mentre tiene un appassionato discorso ad una platea di costituzionalisti:

Poi seguendo il capitano, ecco che si comprende perchè il petardone di Cospito è uguale al C4 di Bologna (la stazione). Ecco l’indizio chiave:

 

 

 

 

 

 

 

 

IN PRATICA

Provo a mettere insieme i pezzi.

Il potere politico (braccio operativo di quello finanziario) ha mooolto a cuore la sorte delle Forze dell’Ordine.

Posso estendere il concetto, dicendo che i politici sopravvivono (in senso metaforico) proprio grazie alle Forze dell’Ordine.

Ovviamente le FFOO non sono complici dei politici, questo no, però stando all'”obbedir tacendo” (motto dell’Arma dei Carabinieri) di fatto sostengono ciò che è acclaratamente corrotto.

Per il politico quindi le FFOO devono essere coccolate altrimenti egli rischia. Sto esagerando? No, non credo.

 

 

‘STI ROMENI

Racconto questo.

In quel tempo, in piena fregola green-pass, anche in Romania decidono che “o ti inietto o ti caccio”. Gente che rischiava non poter mettere più il pane in tavola ai figli, se non prendeva il “siringone“. Mica paglia!

Quindi un bel giorno, siamo a Bucarest, un gruppo di “facinorosi” si dirige verso il palazzo del Governo. Quel giorno c’era anche l’ambasciatore giapponese in visita (‘azz, quando si dice la “sfiga”).

Nel corpo di guardia (struttura che ospita i gendarmi a guardia del Palazzo) il capo-posto dice: “raga’ [NdR aveva lavorato all’Interpol di Roma per due anni], dai, tutti in pausa caffè, paga Petre, che ha anche avuto l’aumento!”.

Ovviamente Petre quasi s’incazza, poi, tra una pacca sulla spalla e l’altra sorride, prende il portafogli e insieme ai colleghi, vanno tutti insieme al bar interno. Tanto paga Petre.

A quel punto i facinorosi hanno, come i clienti di Renault di una volta, hanno le “porte aperte“: entrano, e con grazia lanciano tutto per aria.

Tanto fu l’entusuiasmo dei “facinorosi” che girarono sotto-sopra anche la macchina dell’ambasciatore, il quale tornò a casa a piedi porcheggiando.

Poi la storia finisce con una telefonatina del Presidente (Johannis) al ministro competente:

a bello: ‘sto cazzo di green-pass lo togli subito! Chiaro!

E così fu.

Memento: Romania: rivolta popolo. Green pass non obbligatorio. Più fonti e video. – Conoscereinformare

 

MORALE

Il nostro piangere fa’ male al re,

ma col gendarme è in una botte

e del popolo se ne fotte!

Il rivoluzionario Cospito ha la colpa di aver osato toccare (lievemente) chi dà la protezione ai politici, e i politici tostamente puniscono il trasgressore, in maniera illogica, cioè con i due pesi e due misure.

Con le sue azioni Cospito, ha certamente commesso dei reati, ma non per sovvertire il Bene, semmai per “correggerlo“. Che il Bene coincida con lo Stato è tutto da dimostrare, no, anzi è dimostrabile il contrario (limitazioni alle libertà, tassazione, welfare ridicolo, morti sul lavoro, ecc.). Chi difende questo Stato (di cose) è correo nei crimini testè elencati (e di molti altri ancora).

Quindi siamo perfettamente nella dittatura: è infatti tipico della dittatura reggersi sull’uso della forza e quindi Alfredo è stato punito per aver osato mancare di rispetto ai “pretoriani“, proprio come farebbe il bravo dittatore.

E poi parlano male dell’anarchia! E la loro cos’è?

Auguri Alfredo, tutto questo non te lo meriti.

 

Lascia un commento