CONTANTE PERICOLOSO – II^ parte – (rollback)

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AVERE UN PRESIDENTE

Il fatto di avere un Presidente della Repubblica non aiuta. Mattarella, nella migliore delle ipotesi, pare non abbia capito il problema del contante. Sul fatto che vi sia una buona fetta di evasione fiscale in Italia, su questo, non ci sono dubbi. Sul fatto che un Presidente, dall’alto del suo ruolo, non abbia capito che il Paese è in mano alla finanza, questo è grave.

Possibile non capire che l’evasione fiscale è certamente favorita dalla pressione fiscale? Possibile che un Presidente non colga le molte anomalie del sistema? Addirittura per lui, una delle soluzioni sarebbe il tetto al contante. Neanche un volontario ad ore perse gestirebbe in questo modo il disastro incombente.

CHI GUADAGNA E CHI PERDE

Nello scenario della “Cashless Community” gli attori sono almeno quattro:

  • banche

  • consumatori

  • Stato

  • commercianti/artigiani

Qui forse vi è una delle meraviglie del mondo moderno. Non si tratta di nanometri dei microchip, ma ben oltre: uno straordinario intreccio di “manine sante”.

Vediamo di capire meglio.

Primo, per invogliare i commercianti all’uso delle “carte” lo Stato concede uno “sconto” fiscale. Si tratta del credito d’imposta.

Secondo, per ogni transazione il commerciante versa all’emettitore una commissione (scontata) del 0.7%. In altri Paesi questa commissione è mediamente del 1,2%.

Terzo, lo Stato “spinge” per l’uso delle carte e penalizza il contante (tetto al contante).

Questa può essere una sintesi:

Quindi:

  • lo Stato incassa meno tasse (sgravio, col credito d’imposta)

  • il cittadino riceve meno servizi perché lo Stato incassa meno soldi

  • l’emettitore incassa un po’ meno, ma si allarga il numero delle transazioni, quindi l’introito è costante

  • il negoziante incassa un po’ meno, ma è già abituato perché è già tassato oltre il 50%

  • per il consumatore non cambierebbe niente…in teoria!

In termini numerici gli emettori e banche incassano una cifra considerevole. Stando al rapporto dello Studio Ambrosetti, nel 2021 sono state fatte transazioni elettroniche (carte) per 322 miliardi di euro, i quali hanno generato delle commissioni per 2,254 miliardi di euro, ovvero di guadagno per gli emettitori e distributori. Questo in un solo anno e stando in fondo alla classifica degli utilizzatori di carte.

Immaginando che lo Stato Italiano appartenga al popolo italiano (art. 1 Costituzione) verrebbe spontaneo immaginare che siano per primi i cittadini ad avere dei benefici, mentre da questo scenario lo Stato pare impegnato a garantire un buon margine a banche ed affini.

 

IL CARCIOFO

Foglia dopo foglia, anche al carciofo rimane solo lo stelo.

Il fatto è che esiste una analogia tra il carciofo e la carta di credito.

Immaginiamo una carta di credito, magari ricaricabile (ma vale anche per le altre). Immaginiamo che sia stata caricata con 100 euro.

Immaginiamo di usare questa carta per acquistare una penna. Il cartolaio incasserà i 100 euro meno la commissione. Poi con quel che incassa andrà ad acquistare delle camicie, sempre con una carta di credito.

A sua volta il camiciaio, con quel che ha incassato, dedotte le commissioni, andrà a comprare dei libri. Poi il libraio con quel che ha incassato, meno le commissioni…

In pratica, quella carta di credito che prima era di 100 euro, dopo 15 passaggi è diventata da 80 euro.

PAGAMENTI VALORE
1 98,511
2 97,045
3 95,6
4 94,177
5 92,775
6 91,394
7 90,033
8 88,693
9 87,373
10 86,072
11 84,791
12 83,529
13 82,285
14 81,06
15 79,853

Se ci pensiamo bene, 15 passaggi di denaro possono essere effettuati in un mese, magari due. In altre parole in due mesi il valore iniziale si riduce del 20%.

La domanda spontanea è: qual’è il limite per il tasso di usura?

Quindi nel tempo il valore iniziale decresce:

La formula della curva delle provvigioni è la seguente:

dove r è la percentuale delle provvigioni mentre p è il numero di passaggi.

Ricordiamoci della domanda iniziale, quella di Berthold Brecht.

Al contrario il contante non è soggetto a deprezzamento e mantiene ad ogni passaggio il suo valore.

Il prodigio della narrativa bancaria, e politica, sta proprio nel fatto di riuscire ad ignorare “l’indebito arricchimento” di banche ed affini, facendo credere al popolo che che la salvezza sia nell’uso della carta di credito. Ora, nessuno nega che il lavoro debba essere remunerato, ma queste affermazioni sono quantomeno capziose.

EURO DIGITALE

Il CBDC “europeo” a primo acchito parrebbe appartenere alla grande famiglia dei cannabinoidi. In effetti il CBDC “europeo” possiede delle qualità farmacologiche: se non ce l’hai (il CBDC) la salute peggiora.

Provate infatti a curarvi senza soldi, sì perchè il CBDC “europeo” altro non è che l’acronimo di Central Bank Digital Currency della BCE, o più prosaicamente: Euro Digitale.

Dal novembre 2020, il panorama delle classiche “carte” (di credito o a debito) è mutato: in quel periodo la Commissione EU ha avuto l’idea di creare una quasi-nuova moneta, un “euro” che fosse elettronico ed “europeo”.

Lo spunto per l’euro digitale venne ai vertici EU durante una riflessione, forse in un pub, dopo aver letto un rapporto della BCE che prospettava i benefici di un euro elettronico. In particolare, fu illuminante la dichiarazione di Paschal Donohoe, già presidente dell’Eurogruppo:

«Incoraggiamo la BCE a proseguire i lavori su modelli e opzioni per la possibile emissione di un euro digitale. Nel frattempo, (…) esamineremo le implicazioni del progetto sulla nostra sovranità monetaria, sulla stabilità finanziaria, sul

finanziamento bancario, sulla protezione dei consumatori e sul ruolo internazionale dell’euro.»

Poi col tempo il Presidente dell’Eurogruppo perfezionò le sue visioni:

«Poiché i consumatori e le imprese ricorrono in misura sempre maggiore ai pagamenti elettronici, vogliamo garantire che i nostri cittadini e tutti gli attori della nostra economia continuino ad avere accesso al denaro pubblico in una serie di scenari. Ad esempio, un euro digitale potrebbe offrire una soluzione europea in un contesto di aumento della domanda di mezzi di pagamento alternativi.»

COME FUNZIONEREBBE

La cosa interessante è che nessuno al momento (almeno fino al ottobre 2024) ha presentato una chiara architettura del sistema CBDC “europeo”. Infatti lo studio tecnico per l’implementazione dovrà terminare nel 2025.

In ogni modo abbiamo già delle anticipazioni e proviamo a capire.

Chi ha già usato, o usa, le carte di credito ricaricabili, di fatto sta già usando un CBDC. L’euro digitale infatti utilizzerebbe un wallet, una sorta di portafogli dove uno carica delle “banconote” che poi potrà spendere. Finite le “banconote” dovrà riempire daccapo il suo wallet.

La differenza con le carte prepagate attuali è che l’emettitore sarebbe solo la BCE e non uno dei soliti: Mastercard, Amex, ecc.

UTILIZZI DELL’EURO DIGITALE

Quali possono essere gli utilizzi dell’euro digitale? Sono quelli soliti di una carta, oltre alla possibilità di passare del denaro da wallet a wallet.

Poi un ombra si aggira sul CBDC “europeo”:

«Un euro digitale renderebbe la vita più semplice offrendo qualcosa che attualmente non esiste: uno strumento digitale accettato universalmente in tutta l’area dell’euro per i pagamenti nei negozi, online o tra persone. Come il contante, un euro digitale sarebbe privo di rischi, ampiamente accessibile, facile da usare e gratuito per le funzioni di base.».

Questo (il testo qui sopra) è quello che succede quando chi scrive non sa cosa scrivere e quindi si inventa un mondo migliore, fantastico, con tanti bei somarelli che volano. Beati loro, qui il problema non è avere l’euro digitale oppure di carta, ma avere quattro soldi per campare.

(continua…)

 

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