Scrive l’Assemblea Popolare di Busto Arsizio:
STOP AL GENOCIDIO DEL POPOLO PALESTINESE
La propaganda filoisraeliana a reti unificate vuole farci credere che questa “guerra” sia
cominciata il 7 ottobre 2023, quando in realtà è dal 1948 che lo Stato d’Israele massacra e
opprime la popolazione palestinese, cacciando intere famiglie dalle loro case e colonizzando
territori internazionalmente riconosciuti come palestinesi.
L’Italia è complice attiva di questo massacro, inviando armi all’esercito israeliano.
Ricordiamo, per esempio, i 30 caccia-addestratori M-346 prodotti a Venegono (VA) negli
stabilimenti di Leonardo/Finmeccanica con cui si sono formati e addestrati i piloti
dell’Aeronautica Militare israeliana per eseguire gli attacchi contro Gaza con i caccia F-16
ed F-35; il gruppo Leonardo (attraverso la controllata OTO Melara di La Spezia) ha pure
consegnato alla Marina militare israeliana i cannoni navali ad altissima capacità di fuoco (in
grado di sparare fino a 120 colpi al minuto) andati ad armare le corvette impiegate in questi
mesi per attaccare via mare la Striscia di Gaza; la Fiocchi di Lecco ha venduto a Israele un
ingente quantitativo di munizioni (per un valore di un milione di euro solo nel quarto trimestre
del 2023).
Nel frattempo, il numero di vittime a Gaza ha superato le 40.000, di cui più di 15.000 bambini
e 10.000 donne. Inoltre ci sono due milioni di sfollati che stanno soffrendo la fame a causa
del blocco degli aiuti umanitari da parte di Israele.
Va inoltre evidenziato che quello attualmente in corso a Gaza è il primo genocidio eseguito
con l’ampio ricorso all’Intelligenza Artificiale, un vero e proprio genocidio automatizzato.
SCENDIAMO NELLE STRADE PER OPPORCI AL MASSACRO DEL POPOLO PALESTINESE
A FIANCO DELLA RESISTENZA PALESTINESE
PALESTINA LIBERA!
MANIFESTAZIONE
20 aprile 2024, ore 15
BUSTO ARSIZIO, piazza Garibaldi
Assemblea Popolare di Busto Arsizio, Associazione Lavoratori Cobas/SGC, USB Unione Sindacale
di Base Varese, Centro di documentazione Abbasso la guerra, Comitato Varesino per la Palestina
STOP_AL_GENOCIDIO_DEL_POPOLO_PALESTINESE
UNA FABBRICA DI OMICIDI DI MASSA
IL GENOCIDIO CALCOLATO ED AUTOMATIZZATO DEI PALESTINESI
A Gaza si sta consumando il primo genocidio su base algoritmica.
Nel 2019, l’esercito israeliano ha creato un nuovo sistema basato sull’Intelligenza Artificiale (IA) per
accelerare la generazione di obiettivi da colpire. Ci riferiamo al sistema chiamato “Habsora”
(“Vangelo” in ebraico), usato dall’esercito israeliano nell’operazione attuale “Spade di ferro” contro
Gaza, che un ex funzionario dell’intelligence israeliana ha definito una “fabbrica di omicidi di massa”.
Noi la chiamiamo automatizzazione del genocidio.
Un sistema che uccide consapevolmente intere famiglie. Israele dispone di una quantità enorme di
dati sulla popolazione di Gaza e di ogni singola casa e conosce in anticipo il numero di civili che
saranno sicuramente uccisi (“danno collaterale”) in un attacco contro un determinato obiettivo.
L’utilizzo da parte dell’esercito israeliano dell’IA per compiere i bombardamenti sui gazawi si affianca
al ricorso a tecnologie di sorveglianza da parte del sistema di apartheid sionista: check-point
automatizzati, riprese con i droni, telefonate intercettate, applicazioni per la schedatura, uso dell’IA
per il riconoscimento facciale…
Il sistema permette la digitalizzazione dei diversi domini del campo di battaglia a Gaza (terra, mare,
aria, cyberspazio) e la loro integrazione in un sistema di generazione, raccolta, elaborazione e
condivisione dei dati. Lavora su diversi tipi di dati di intelligence (visivi, umani, geografici, di
sorveglianza, derivanti da segnali elettromagnetici) ed è in grado di usare strumenti automatici per
velocizzare la produzione di obiettivi da colpire, accelerando il ritmo delle operazioni militari.
Habsora è stato in grado di aumentare il numero di obiettivi dai circa 50 all’anno delle operazioni
precedenti fino a 100 obiettivi al giorno, di cui il 50% viene attaccato, in una dimensione industriale
nella pianificazione e nell’esecuzione dei bombardamenti. Habsora consente all’esercito israeliano di
gestire “una fabbrica di omicidi di massa”, in cui “l’enfasi è sulla quantità e non sulla qualità”. Grazie
ad Habsora l’esercito israeliano, per la prima volta, può generare nuovi obiettivi a un ritmo più veloce
di quello con cui attacca. Questo sistema consente un vantaggio strategico sul campo, con un indice
di efficienza, precisione ed economicità che per Israele non ha senso rallentare attraverso un controllo
umano degli obiettivi da attaccare. A quanto racconta un soldato che ha lavorato nella divisione che
si occupa di individuare i bersagli <è davvero come una fabbrica. Lavoriamo rapidamente e non c’è
tempo per approfondire l’obiettivo. Veniamo giudicati in base a quanti target riusciamo a generare>.
CON GAZA NEL CUORE
CONTRO L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E LE FABBRICHE DI MORTE
RESTIAMO UMANI!
UNA_FABBRICA_DI_OMICIDI_DI_MASSA
COMMENTO
Assemblea Popolare di Busto ha perfettamente ragione: senza troppi giri, la presenza concreta delle Forze Armate italiane a fianco di Israele è riassunta in questo tracciato:
il giorno 1 aprile (c’è poco da scherzare) un aereo si alza in volo nella zona di Dimona. Per la cronaca Dimona è la “zona” nucleare di Israele (qualcuno ricorda Mordechai Vanunu?).
Questo aereo è un Aermacchi 339, va bene, non è un caccia multiruolo, è un aereo da addestramente oppure, in caso di bisogno, da “supporto terrestre”. La cosa strana è però che l’aereo accende il transponder con l’identificativo italiano mascherando il seriale in quanto aereo militare.
Domandina: ma cosa ci fa un aereo di proprietà dell’Aeronautica Italiana in territorio israeliano nel momento in cui girano missili e cacciabombardieri in missione di guerra? Gita di piacere?
Di solito le proteste come quella di Assemblea vengono accolte con un sorrisetto, ma c’è veramente poco da ridere: qui abbiamo la prova-provata che l’Italia è il cameriere anche di Israele come se già non bastasse esserlo per la NATO.
É ora che il Popolo prenda il comando, abbiamo raggiunto il limite già da un pezzo.