Aquile di mare, palombari ciclisti

Tempi duri, siamo messi male.

NON BASTAVA I PIPISTRELLI

All’inizio del Covid si ipotizzava che gli untori fossero i pipistrelli, poi i pangolini e qualcuno azzardava fossero i juventini.

Nemmeno i visoni erano tranquilli: in Danimarca ne fecero fuori 17 milioni, in pratica azzerando gli allevamenti. Chiaramente sempre per colpa del Covid.

 

ORA IL COVID É FINITO

L’ha detto l’OMS: il Covid non c’è più. Dopo aver creato danni e morti a bizzeffe i sieri RNA possono essere rimessi in garage.

Però è un peccato, ecco che allora ci vuole un altro bel problema. Mancava di definire l’animale untore, poi un giorno, ecco la sorpresa: l’aquila di mare!

Cribbio pensavo fosse una barzelletta, roba da comiche, ed invece è proprio così: ‘ste maledette aquile ce l’hanno con noi. Ora i palombari ciclisti sono in compagnia: hanno le aquile!

 

Ora mi domando: ma chi quel perverso che va a controllare tutti gli animali uno ad uno anche quelli più strani per appioppargli addosso l’infame morbo?

Ma davvero devo credere che ci sono equipe di scienziati-esploratori-arditi che vanno nelle profondità marine e poi risalgono agli altipiani per andare a scovare il morbo?

Oramai i giornali e altri sopra di loro , possono dire qualsiasi cosa tanto l’opinione pubblica è “aperta” a tutte le fregnacce.

www.lastampa.it/cultura/2023/04/26/news/il_virus_delle_aquile_di_mare_che_puo_contagiare_luomo-12773793

 

 

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