Dannati denari

É lo sterco del Diavolo, il denaro, e adesso anche “il Sole 24 ore” lo sentenzia:

 

UNA RAFFINATEZZA

Uno si sforza ad essere normale, a non cadere nel tunnel del complottismo, però non è facile. Io almeno non ce la faccio.

Insomma, questo “studio Ambrosetti”, che a Cernobbio fa concorrenza a Davos, dice che non va bene il contante: è una presa in giro. Studio Ambrosetti si occupa storicamente di finanza internazionale, un po’ come il WEF, e allora cosa c’entra adesso la CO2? Vuol rubare la scena a GreenPeace?

Bella domanda!

Sarò complottista, ma tutta questa fregola ecologica ha il solo scopo: quello di condurre le “pecore” all’ovile.

CONTROPROVA

Fateci caso: quando ad inquinare è il DDT andava tutto bene (altri tempi), ma anche quando è glifosato va tutto bene. Allora mi domando: ce l’hanno proprio con l’anidride carbonica?

Ovviamente questi damerini ecologisti non fanno una piega se l’acqua minerale è addizionata di CO2, quella va bene.

 

RELAZIONE PERVERSA

Ora mi chiedo come la povera carta-moneta possa inquinare quando i datacenter finanziari consumano fior di barili di petrolio.

Sì, perchè quando si usa la carta di credito ci vuole tutta una infrastruttura che richiede corrente elettrica, e non poca. Serve il POS (il registratore di cassa già c’era) , poi serve un router, poi un server (un cluster) e poi, e poi…

La banconota, al contrario, una volta stampata può passare di tasca in tasca senza altre complicazioni. Di quale carbonio stanno parlando? Quale sarebbe la relazione cartamoneta e CO2? Se prende fuoco la banconota, è vero, produce della CO2. Si può essere così banali?

Community Cashless Society

Esiste anche un gruppo che non potevo immaginare potesse esistere, ma oggi tutto è possibile.

In pratica dei simpatici buontemponi si son trovati e hanno messo su addirittura una comunità per stare senza contante.

Io sono affascinato da codeste persone: quale desiderio spinge una persona normale a diventare un paladino del “senza-contante”?

Mi chiedo: non sarà mica gente che nella vita ha risolto quasi tutti i problemi, e non hanno di meglio da fare che scassare le balle agli altri?

Per curiosità vado a cercare e trovo che i primi interessati sono:

American Express, Argentea, Bancomat, BKN301, CBI S.c.p.a., CRIF, Discover, Edenred, Easypark, Euronics, Experian, ING Italia, Intesa Sanpaolo, Mastercard, Mooney, Nexi, Pax, PayDo, PayPal, REPX, Satispay, TeamSystem, Telepass e VISA.

Ma guarda un po’! Chi l’avrebbe mai detto.

 

MISSIONARI

Anche i disinteressati interessati hanno una missione, un po’ come i Blues Brothers: questi ultimi per conto di Dio, mentre I “cashless” non è dato sapere. Comunque è una missione, eccola:

La visione di sviluppo per il sistema-Paese che la Community Cashless Society intende
promuovere è…Affermare l’Italia come un Paese digitalizzato e moderno entro il 2030 a partire dai sistemi di pagamento

Secondo questi maestri, l’Italia si deve ammodernare tramite le carte di credito? Ma cosa hanno bevuto? Non è che per caso stanno scherzando?

Ma questi pensatori hanno pensato che un paese moderno è un paese che fa vivere bene i propri abitanti? Che non devono morire sul lavoro, oppure che un cazzo di esame lo possono fare in due settimane al massimo. Difficile da immaginare?

Ma non basta:

avere un Paese più equo e onesto, capace di ridurre quasi a zero l’incidenza del VAT gap sul PIL

Qui siamo nel semi-delirio: costoro immaginano che con il Bancomat il Paese diventa equo e onesto. Ma se uno ha uno stipendio da fame la sua rimane una vita di merda, con la “carta” e anche senza. Quando poi sono arrivato a “del VAT gap sul PIL” ho avuto uno scossone: capisco che è figo viaggiare di sigle, però ho il sospetto che con questo fare da ganassa in realtà dietro ci sia della fuffa. Non lo so, ma ho il sospetto.

Ovviamente una buffonata richiede sempre un piccolo sforzo aggiuntivo:

porre le basi per lo sviluppo di una filiera dei pagamenti nazionale competitiva, in grado di
generare fino a 10.000 nuovi posti di lavoro;

come cacchio li hanno calcolati i 10.000 posti di lavoro? Una volta Berlusconi prometteva un milione di posti di lavoro, ma erano altri tempi.

aumentare la consapevolezza della business community e dei decisori del Paese circa
l’importanza dei pagamenti elettronici per la competitività del sistema-Italia

Qui mi preoccupo: “decisori del Paese”. Io sapevo che il sovrano è il Popolo tramite le opportune deleghe, mentre secondo lorsignori sono altri a decidere: i decisori.

Nello specifico, il percorso della ottava edizione della Community si è focalizzato sul
raggiungimento di questi obiettivi specifici:
― proseguire nell’azione di ingaggio dei rappresentanti istituzionali del Governo, delle forze
politiche, delle principali Istituzioni e del sistema associativo/imprenditoriale del Paese;

Non c’è limite al peggio. Attenzione: “proseguire nell’azione di ingaggio dei rappresentanti istituzionali”: che vuol dire? Li pagano? Li ricattano? In ogni modo ecco la lista figurata:

Caspita, quanta bella gente, qualche partitino:

e qualche sindacatino:

si chiamano “sinergie”. Ma non ci possiamo fermare:

― continuare a promuovere lo scambio di esperienze con la rete internazionale dei Paesi
benchmark e aggiornare la mappatura delle migliori pratiche cashless nel mondo;

Vergogna senza fine: “migliori pratiche cashless nel mondo”. Che roba è? Uno che paga con il Bancomat facendo le contorsioni?

Proseguiamo:

Inoltre, l’“Osservatorio sulle buone pratiche cashless in Italia” prosegue nell’azione di
monitoraggio su scala nazionale e promozione della conoscenza delle policy promosse dalle
Amministrazioni locali a sostegno dei pagamenti con strumenti alternativi al contante (ad
esempio, con l’attivazione di servizi abilitati su PagoPA e sulla app IO), con l’individuazione di
oltre 100 best practice nella Pubblica Amministrazione

Qui il sostegno ai pagamenti PagoPA: siamo in piena follia. Possibile che per pagare ad un ente pubblico un poverocristo debba tribolare per questo “pagopa”? Francamente non vedo la genialità nell’adottare “pagopa”: a mio avviso è solo un modo per poter distribuire delle poltrone in un board. Altro non vedo.

Se invece di “pagopa-parapapa” mettevano una bella chiave nella causale, la riconciliazione diventava immediata e senza tanti altri fronzoli inutili. Vicino all’Italia lo fanno da anni, indovinate dove…

LA CAMPAGNA

Bisogna convincere i pecoroni, quindi serve della sana propaganda:

Per contribuire alla conoscenza dei benefici associati alla diffusione dei pagamenti elettronici
in Italia e dello stato dell’arte in Italia e in altri Paesi, la Community Cashless Society e i suoi
Partner hanno attuato una strategia di comunicazione integrata sui principali:
― social network (Twitter, Instagram, Youtube, Facebook e LinkedIn), attraverso il lancio
dell’hashtag #CashlessRevolution, con i seguenti risultati (dati aggiornati a marzo 2023):
o 14,9 milioni di impression generate;
o Twitter: 448.700 visualizzazioni;
o LinkedIn: circa 363.200 visualizzazioni;
o Facebook: circa 147.500 persone raggiunte tramite i post sui temi della Community;
o Instagram: 37.300 impression generate con i post.

il bello arriva ora:

[attraverso] media tradizionali (carta stampata e magazine online); da fine 2016 le analisi della
Community sono state riprese in più di 500 articoli sulle principali testate e periodici
nazionali, tra cui Il Sole – 24 Ore, Corriere della Sera, La Repubblica, Il Giornale, Il
Messaggero, Libero, La Stampa, Milano Finanza, L’Espresso e Panorama

questo vuol dire che il Popolo finanzia i giornali i quali “poaretti” prendono soldi anche da think-tanker per fare gli interessi dei diretti interessati (banche e similia).

 

IL CRUSCOTTO

Avendo una residua attrazione per le macchinine ecco allora che la comunità dei-senza-denari ha in ventato un utilissimo arnese: il Cashless Society Speedometer, al secolo il “sarchiapone” :

così io posso sapere come sta andando il rimbecillimento europeo sul contante. Molto utile. Nel frattempo ogni anno 1100 lavoratori muoiono sul lavoro. Ottimo.

 

CHE BELLE PROVVIGIONI!

Il rapporto ci fa sapere che il costo della transazione (che è a carico del negoziante) è di 0.7% sul valore.

In pratica in Italia la transazione “costa poco”, quasi quasi vien voglia di spendere perchè la provvigione è bassa. Come no!

Comunque, nel 2021 il volume delle transazioni digitali era di 12miliardi di euro i quali hanno gratificato i “soliti interessati” con una fetta di torta da 840 milioni di utili. Ora si capisce che il contante NON è buono.

 

CONCLUSIONE

Non è chiaro il nesso banconota e CO2, ma oramai le menzogne sono verità, rimane solo il Popolo, se c’è ancora qualcuno…

 

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