Ma dico io: ‘sta donna, o ragazza avrebbe massacrato alcuni simil-sionisti (ex neonazisti) facendo tutto da sola e ricucendoli da pronto soccorso tanto che la prognosi è stata di …8 giorni.
Cioè, otto giorni di prognosi sono per una sbucciatura, una semplice contusione e comunque ben lontana dal reato di lesioni gravi che richiede almeno 40 giorni di prognosi.
Aiò, sia chiaro: la violenza, anche da prognosi di 1 ora, NON va mai bene.
Però il bello (mica tanto) è questo: ‘sta donna è dentro da un anno in attesa di processo posto che è stata arrestata in “flagranza” di reato: in borsa aveva un manganello.
Ora sono preoccupato perchè mia moglie viaggia con lo spray al peperoncino e non vorrei, malauguratamente, che qualcuno pensi male. Meglio togliere la bomboletta e farsi rapinare col sorriso.
NON basta: se Ilaria è stata colta sul fatto allora le si fa un veloce processo e la si mette ai ferri come Giustizia vuole. Perchè delle due l’una
- se hanno le prove si va a processo
- se non si hanno le prove la si libera
Diciamo che fino a sentenza definitiva, la donna in questione è al massimo indagata sui fatti, ovvero è un presunto colpevole.
Non bisogna essere la culla del diritto mondiale per liberare un presunto innocente, a meno che non si voglia dare dei segnali: “qui non vogliamo rompiscatole”, e mi riferisco ad Orban
Ho difeso Orban. In molte occasioni egli ha ragione, specie con la UE matrigna, però esiste anche un limite.
Lo so che anche in Ungheria esiste la separazione dei poteri: sono i magistrati ad amministrare la giustizia, però esiste anche il fatto che i magistrati sono tenuti al rispetto delle norme internazionali che anche l’Ungheria ha sottoscritto.
Se i magistrati ungheresi, metti caso , si fossero dimenticati della detenuta Ilaria Salis , ecco che incorrerebbero nelle giuste sanzioni perchè con la libertà delle persone NON si scherza.
Ha fatto clamore, in Italia, il fatto che Ilaria fosse bloccata coi ferri mani e piedi, giusto. Ma allora perchè tutti zitti quando succede in altri paesi? Come uomo mi indigno per tutti i maltrattamenti e non solo per quelli dei membri della UE. Giro il ragionamento: se la Ilaria l’avessero portata in tribunale col monopattino, invece che con i ferri, sarebbe stato tutto regolare? I “ferri” sono la “forma” mentre il carcere da un anno è la sostanza.
Sul versante italiano siamo alle solite comiche. Qualcuno ha detto che Ilaria dovrebbe essere ai domiciliari, magari in ambasciata, oppure che il suo caso assomiglia a quello dei marò.
Autentiche boiate: una persona è innocente fino a sentenza definitiva e se non ci sono le prove la si libera. Mi chiedo: ma con quel po’ po’ di amiconi orbaniani (Meloni, Nordio, Tajani) possibile che non riescano a spiegare come funziona l’abc del Diritto?
Mirabolante il don-Abbondio-Tajani che come al solito, nonostante la mole, riesce a dribblare il vero problema e afferma che “si impegna a far rispettare il diritto”. C’è voluto il can-can mediatico affinchè il ministero degli esteri uscisse dal torpore invernale: erano mesi (quasi un anno) che la vicenda di Ilaria era nota alla Farnesina.
In Ungheria hanno il carcere duro-lungo-preventivo e noi il 41bis .
Basterebbe un po’ di buon senso e non calcolo politico, basterebbe un po’ SALIS, in zucca, qui manca il sale e forse la zucca.
Se non fosse un dramma sarebbe da ridere.