Partono da ogni dove, da dove c’è un treno, e vanno in Val Susa.
Non vanno per sciare, ma a “vederci chiaro”: vogliono vedere i famosi conti del vantaggio economico dell’alta velocità merci, sì, merci. Per essere chiari, parliamo di TAV, il mirabolante “corridoio n.5” quello di Torino-Lione.
Piccolo inciso: sapete qual’è la città che ha il maggior consumo di toma piemonteisa e bagna cauda? No? Ebbene, sì, è Lione.
Avete capito ora il perchè dell’alta velocità?
Siccome devono fare i conti, molti si portano dietro la calcolatrice, qualcuno un computer e altri, più attempati, il regolo calcolatore. Infine i più previdenti avevano anche le tavole logaritmiche e trigonometriche, “metti che vada via la corrente…“.
CHI CERCA RICERCA
Arrivano nella Val Susa e cominciano a cercare i famosi conti della TAV: si cerca nelle vecchie malghe, nei fienili, nei grotti, ma niente di niente. Si cercano anche nel bosco sotto gli alberi, qualcuno va anche in osteria per avere delle informazioni, ma il tasso etilico dell’atmosfera pone dei seri dubbi: c’è addirittura chi conferma di aver visto gli gnomi calcolatori che scrivevano i conti sulle foglie di ippocastano. In realtà questi benedetti foglietti che spiegavano perchè la TAV è una benedizione, NON si trovavano, neanche dagli elfi del bosco. Strano.
BRINDISI CONSOLATORIO
Essendo andata buca la ricerca dei conti del TAV, ecco che i cercatori-non-trovanti decidono di brindare, augurandosi di poter fare i conti la prossima volta, magari con l’aiuto del disgelo. E via di vin brülè e pacche sulle spalle. Poi, finito il vino tutti verso casa, passando per Torino Porta Nuova.
CONTI IN STAZIONE
Arrivati in stazione, a Torino, i cercatori-dei-conti devono fare i conti con un altri tipo di elfi, gli elfi manganellatori.
Gli elfi manganellatori sono un po’ come il puffo brontolone: se qualcosa non va allora giù legnate, solo che il puffo brontola, mentre questi menano.
Sono esperti in conti e quindi sanno che i conti devono tornare: tanto uno mena a destra (inteso come fianco, ovviamente) e tanto deve menare a sinistra (intesa sia come fianco e sia come colore).
Morale: hanno legnato perfino ragazzine che sembravano uscite dall’oratorio. Infatti, quelli che menano davvero, come i black-block, di questi non ne hanno mai beccato uno, sono imprendibili, proprio come con gli elfi. Con le ragazzine è diverso: quelle stanno lì immobili.
Qualcuno dice che cercatori-dei-conti non avessero il biglietto del treno. Va bene, e allora è arrivata la “Celere”. Ma allora alla Lega che si fotte gli smeraldi degli italiani cosa mandiamo? La bomba H?
MORALE
Morale, se in IRAN abbiamo la polizia morale qui almeno abbiamo quella immorale. Possiamo dire, a buona ragione, che siamo diversi dagli ayatollah. La nostra polizia non guarda se uno ha o no il velo, l’importante è che abbia il prosciutto sugli occhi, che non sappia difendere i propri diritti.
É un crimine sperperare il denaro dei cittadini per proprio tornaconto.
É un crimine creare debito indotto inutile.
É un crimine omettere i bilanci, le previsioni.
É un crimine bastonare la gente che vuole conoscere.
É un crimine avere la polizia politica e poi essere antifascisti.
Almeno S.E. Benito Mussolini era uno serio e non uno squaquarone, che poi lo squaquarone i francesi non lo vogliono: a loro piace la toma. Chiaro?