Mosca potrebbe mettere in mostra l’hardware militare distrutto, fuori dalle ambasciate delle nazioni occidentali che lo hanno fornito all’Ucraina. L’idea è stata lanciata mercoledì nella camera bassa del parlamento russo, la Duma di Stato.

Il presidente della Duma Vyacheslav Volodin ha incaricato il Comitato di Difesa del parlamento di discutere l’idea con il Ministero della Difesa per appianare i dettagli di potenziali “mostre”.

“La proposta di collocare hardware [militare] bruciato vicino alle ambasciate di quei paesi che lo inviano in Ucraina è particolarmente interessante”. Volodin ha dichiarato.

L’idea ricorda le azioni dell’Ucraina, che ha allestito una mostra permanente a Kiev di hardware militare distrutto, che afferma di essere russo. L’Ucraina ha anche inviato carri armati bruciati in tour in diverse città europee, tra cui la capitale tedesca Berlino.

Questi ultimi sforzi sembravano ritorcersi contro in modo spettacolare, con i display che si concludevano prima del previsto dopo che la gente del posto aveva ripetutamente portato fiori ai serbatoi.

Secondo quanto riferito, l’Ucraina ha subito pesanti perdite nelle attrezzature fornite dall’Occidente nell’ultimo mese. Diversi veicoli da combattimento di fanteria Bradley di fabbricazione statunitense e veicoli corazzati M113 sono stati distrutti, così come la loro modifica di produzione olandese, l’YPR-765 e i carri armati Leopard 2 di fabbricazione tedesca. Le perdite sono arrivate quando Kiev ha lanciato la sua controffensiva a lungo annunciata all’inizio di giugno. Secondo Mosca, l’operazione non è riuscita a ottenere grandi guadagni.

La Russia ha ripetutamente invitato l’Occidente a smettere di “pompare” l’Ucraina con armi assortite, avvertendo che avrebbe solo prolungato le ostilità piuttosto che cambiare il loro risultato finale. Alti funzionari di Mosca hanno anche insistito sul fatto che fornire a Kiev armi sempre più sofisticate aumenta il rischio di un conflitto diretto tra Russia e NATO.