Se faccio una raccolta di fondi o cerco sponsor per le famiglie in difficoltà, mi rispondono in tre o quattro: la Curia (con la benedizione), qualche artigiano e un contoterzista.

SEDICENTI ESCLUSI

Loro, il gruppo “LGBTQ-curucucu” si sentono esclusi, maltrattati. Se uno entra in un bar e chiede, con voce effeminata, una Lemonsoda gliela danno calda. Se vogliono salire sui mezzi li piazzano nel vagone bestiame, oppure una gita in barca gliela fanno fare a nuoto. Insomma un sacco di cattiverie.

Dicono che gli etero non sono “normali” il che è vero: tante volte credo che i miei simili siano dei balordi, dei sub-normali. Poi, sempre gli LGB* lamentano di essere presi in giro, di essere esclusi dalla vita sociale perchè sono “diversi“.

Ci raccomandano che noi sub-normali, dobbiamo sempre finire la frase con “inclusivo“, altrimenti siamo degli “orribili bigotti”, alla De Mari (che rispetto).

Loro si sentono esclusi e si lamentano.

RAGLIONANDO

Facendo il ragionamento del somaro (a noi sub-normali viene facile) ecco che qualcosa qui non mi torna.

Loro si sentono esclusi, perchè gli “altri” (noi) non siamo come loro. Embè? Io lascio liberi loro e loro dovrebbero lasciare libero me. Loro ostentano omosessualità e io sono libero di dire che mi fa schifo. Così come mi può fare schifo una scultura di Cattelan. De gustibus.

Alla fine, di lamento in lamento, gli esclusi siamo noi sub-normali.

A proposito di non -normali: qui c’è anche lui.

BELLI SPONSOR

Riprendo l’incipit. Gli sponsor.

Si da il caso che stavolta il Gay Pride lo fanno a Milano. Era in lizza anche la città di Teheran (IRAN), però poi l’ha spuntata Milano. “Sarà per la prossima volta” ha commentato un ufficiale dei Pasdaran, mentre parcheggiava l’autogru.

Dovete sapere che organizzare una parata Gay-Pride implica molte spese ed incombenze, e quindi servono finanziamenti che diano una mano. Insomma gli LGBT* chiedono e il mondo risponde. Eccoli:

Insomma, tolto il pizzicarolo sotto casa, ci sono tutti, o quasi.

Comunque qui è l’elenco più chiaro:

Peccato che nessuno di questi illuminati sponsor abbia teso la mano a questa ragazza (forse era sub-normale anche lei): qui l’articolo.

DOMANDONA

Ma per quale motivo queste aziende devono tutte essere appassionate ad un “non problema”? Voglio dire che gli omosessuali, in quanto tali, a parte le boutade da caserma, per il resto sono rispettati, così come si rispetta uno straniero il quale a sua volta rispetta chi lo sta ospitando.

Io sono sub-normale, ma sentiamo cosa dice Domenico Dolce:

è vero che si riferisce ai “figli”, però è riferibile anche all’ostentazione.

Una persona come Domenico Dolce ha tutto il mio rispetto, anche se fosse milanista. É un uomo come lo sono io. Punto.

IMPRESSIONE

Col tempo, mia impressione, gli esclusi, quelli-che-sono-sempre-in-colpa siamo noi sub-normali. Eppure anche noi vorremmo essere trattati da normali, ma non possiamo perchè siamo “diversi”.

Forse è una questione di turni, come le ferie: a questo giro tocca a “loro”, la volta prossima…

Sponsor 2023 – Milano Pride 2023