Primo passo: le assemblee

In questo periodo, in questi anni “covidiani” , molti si sono lanciati nell’area virtuale, ovvero nei social e web.

POLARIZZAZIONE

Vuoi per i ragionamenti, vuoi per l’eloquio, vuoi per la fotogenicità, alcuni “dissidenti” hanno visto crescere rapidamente la loro popolarità, quasi degli idoli. Poi con il picco di visualizzazione o visite, gli algoritmi hanno ulteriormente “spinto” in alto la loro presenza in Rete.

Per concretizzare la loro popolarità, alcuni hanno pensato bene di passare alla politica creando partiti o movimenti. Ovviamente erano fondatori, garanti, e segretari nello stesso tempo.

 

VECCHI ARNESI

Tra i vecchi arnesi della politica c’era (una volta) l’ideologia che stava sopra le persone, fondatori o segretari che fossero.

Era l’ideale che rendeva immortale l’opera degli uomini (ovvero dei mortali, θνητός ).

Ora la “personalizzazione” ha cancellato le ideologie (quasi), quindi agli elettori non resta che augurare lunga vita al loro idolo, altrimenti devono trovarsi un movimento di ripiego. Il che forse non è un problema: quattro click e sei già nel nuovo partito.

 

E CHI VA OLTRE

Oggi rimanere umani è difficile. Rimanere coi piedi per terra è difficile.

Però, proprio per la criticità del momento, è opportuno tornare ad essere gruppo di persone con un ideale (anche ampio), piuttosto che dei fedeli laici.

I fedeli laici, neo-esegeti, “esplorano” il pensiero del loro idolo attraverso i tweet, i post e gli short, che egli generosamente e quotidianamente dona. Meglio gli “short” perchè se il video è troppo lungo, poi il fedele si scassa i maroni e cambia chat. Con un click.

Quindi, tutti i momenti di riunione dei cittadini in nome del bene comune (verrebbe in mente il Cristo “…quando due o più si riuniscono nel mio nome, Io sarà tra loro…[Mt 18-20]) sono momenti “sacri”. Certo, laicamente sacri, ma comunque inviolabili.

Oggi, già il ritrovarsi è rivoluzionario!

 

 

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