imprenditore sarà lei

e così ENEL ha il suo nuovo amministratore delegato (AD): Flavio Cattaneo.

Ovviamente i tifosi iniziano la “ola”:

www.ilgiornale.it/news/politica/manager-che-macina-utili-pallino-dellitalianit-2137438.html

LE QUALITÀ

Per fare l’amministratore di questi colossi servono grandi qualità. Per esempio la veggenza, sentite che vaticinio proferiva, in una intervista,  nel lontano dicembre scorso (2022):

«Se si vuole salvaguardare l’interesse nazionale, si dovrebbe produrre in Italia e non altrove». Così Flavio Cattaneo, neo ad di Enel, parlava – in un’intervista dello scorso dicembre – della produzione di pannelli fotovoltaici avviata dal colosso di Stato sia a Catania che negli Stati Uniti

sempre nello stesso articolo troviamo:

l pallino dell’«italianità», che condivide con l’amico e socio in affari Luca Cordero di Montezemolo

ma di quale pallino parla l’autore? Il bravo Montezemolo è qui perchè da altre parti forse non avrebbe tutta la libertà di manovra. L’italianità non significa utilizzare le risorse degli italiani.

e ancora:

E, dunque, Cattaneo è familiare sia a chi legge il Financial Times sia a coloro che compulsano Chi e Dagospia o guardano Verissimo. Ma ciò che consente al manager di restare sulla cresta dell’onda negli ultimi trent’anni è la sua indiscussa abilità: ha curato la privatizzazione di FieraMilano, ha portato da direttore generale la Rai a conseguire il record di utili e ha reso Terna, la società della rete elettrica, una vera utility al passo con i tempi. Ma il vero all-in è stato con Italo, trasformata da start-up ferroviaria in panne in azienda profittevole rivenduta al fondo Gip per 2 miliardi di euro.

 

UN PO’ DI ONESTÀ

Il neo ad di ENEL, è uno di quelli che dovrebbe elevare preghiere e canti di ringraziamento ogni due ore.

Stiamo parlando di un signore che è riuscito a “tenere” aziende che, di fatto operano a livello monopolistico.

Lo so, la RAI non è unica, ha un concorrente, ma la potenza di fuoco della RAI non è certo da piccola emittente regionale. Tanto per capirci la RAI ha la sua azienda di raccolta pubblicitaria (oltre al canone). Tutti i politici hanno bisogno della RAI e quindi , statene certi, faranno in modo di favorirla (come negli ultimi 50 anni).

Quanto al fatto che Mediaset sia una concorrente, ci sarebbe da ragionare meglio: a questi livelli è più facile mettersi d’accordo che farsi la guerra.

Su Terna la solfa è la stessa: in quanti “trasportano” energia elettrica per il Paese? Domani compro un furgone e distribuisco i kilowattora in periferia, posso farlo? La corrente è un bene primario ad ora insostituibile, quindi dov’è tutta sta geniale bravura? Nell’evitare i corto-circuiti? Nell’usare sapientemente il cercafase?

Sulla privatizzazione della Fiera di Milano, ci sarebbe da farsela addosso. Una azienda internazionale, che viene “messa sul mercato”, in pratica venduta ad altri, sarebbe un successo? Debbo ricordare che Fiera Milano non aveva debiti e poteva compensare la comunità con i suoi utili. Un vero peccato e così il prode Cattaneo è riuscito, con gran fatica, a rifilare la Fiera ai mercati. L’operazione comprendeva anche Citylife, dove a costruire sono sempre i soliti nomi: Ligresti, Generali, Ras, Lamaro e Lar.

Una mano lava l’altra: si vede che erano sporche!

 

COME BALLANTINE

Come nel film “Poltrona per due”, anche in questo caso il grande blasone dell’Amministratore è un bluff: infatti il nero Ballantine può tranquillamente prendere il posto del super manager.

Per vedere uno capace davvero, basta vedere da dove parte: se comincia a risanare la piccola aziendina che stava per crollare, allora è certamente bravo. Se deve lottare contro dei colossi allora è bravo, se rivoluziona un modello di logistica allora è bravo.

La cosa triste è che forse è bravo a fare altro e a noi rimane la presa per i fondelli.

 

 

 

 

www.italiaoggi.it/archivio/fiera-milano-spa-debutta-sullo-star-il-12-dicembre-355596

lavoce.info/archives/24132/milano-la-vecchia-fiera-e-il-nuovo-cemento

 

 

 

 

 

 

 

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