“Si parla di un’unità di circa 60 “mercenari” italiani, che avrebbe preso le difese di Kiev aiutando la resistenza ucraina contro l’avanzata russa: 10 sarebbero rientrati nel proprio Paese, mentre i restanti si troverebbero tutt’ora in Ucraina in compagnia di “diverse migliaia di cittadini stranieri” in armi. Nella nota non verrebbe escluso che le «perdite irrecuperabili aumenteranno».“.
e ancora
“Non può passare inosservato un altro dettaglio: da Mosca non hanno usato mezzi termini per avanzare un chiarissimo avviso, dai tratti di intimidazione, riguardo la sorte che potrebbe attendere i possibili combattenti italiani che dovessero finire catturati dai russi. “Ai mercenari non si applicano le norme del diritto umanitario internazionale”, sarebbe stata la precisazione. Parole raggelanti se si considerano le terribili immagini arrivate ad esempio da Bucha, con tanto di fosse comuni e segni di torture sui civili.“.
COMMENTO
Chi non ha la cittadinanza di un Paese è un combattente esterno. è una regola nota da decenni, e gode come ovvio di qualche diritto in meno rispetto ai “nativi”.
In Italia chi combatte per altri eserciti è punibile penalmente (anche se discutibile), ma in questo caso l’autore associa i mercenari ad eroi. Nella realtà si tratta di una libera scelta di incorrere nelle morse della guerra. Quanto alle fosse comuni, l’autore non si pone alcun dubbio sui responsabili. Chissà da quale fonte attinge tanta certezza.