“Ma Berger, 59 anni, che è emerso solo nelle ultime ore come vittima del sequestro, ha raccontato che il suo rapitore voleva solo denaro: «Il mio sequestratore, che io non conoscevo, mi ha avuto in suo potere per un’ora buona. Durante questo tempo mi ha sottoposto alla richiesta di una notevole quantità di denaro», ha raccontato il responsabile della campagna vaccinale anti-Covid elvetica al Neue Zuercher Zeitung. Il rapitore, ha continuato Berger, «non ha mai fatto riferimento al mio ruolo di presidente della Commissione vaccinale».”
COMMENTO
Di fatto una rapina, lo ammette la vittima. Che poi il rapinatore fosse terrapiattista o tifoso del Canton Vaud, poco cambia. E se fosse stato un transgender?
“Oltre 600 pazienti coinvolti, cinque mesi di lavoro e la collaborazione di 13 Istituti di ricerca italiani, per un risultato che non lascia spazio a dubbi: per i pazienti fragili e oncologici è fondamentale la terza dose di vaccino contro il Covid. Questi sono solo alcuni dei numeri dietro lo studio coordinato dall’Istituto nazionale dei tumori (Int) di Milano, insieme all’Humanitas, allo Spallanzani di Roma e all’Irccs di Reggio Emilia. La ricerca, finanziata dal ministero della Salute, ha dimostrato come il livello di risposta immunologica, anticorpale e cellulare, nei pazienti fragili sia influenzato dal numero di dosi vaccinali, ma anche dal tipo di patologia e dal trattamento farmacologico. Dopo due dosi di vaccino la risposta dei pazienti fragili è del 62%, una percentuale che è più bassa ancora nei malati di tumori del sangue e in quelli affetti da patologie immuno-degenerative, e che comunque rimane inferiore a quanto osservato nella popolazione sana.”
e prosegue:
“Purtroppo però, non tutti i pazienti fragili sono uguali: ci sono delle categorie di pazienti oncologici, come quelli affetti da tumori del sangue, in cui la risposta immunologica, anche con la dose booster «non ha ritenuto risultati ottimali» conclude Apolone, secondo il quale «per questi pazienti serve quindi programmare quanto prima la somministrazione di una quarta dose». Della stessa opinione anche il direttore scientifico di Humanitas, Alberto Mantovani: «Per i pazienti fragili non responsivi questa ricerca pone il problema di una quarta dose, da valutare in un contesto di ricerca rigorosa e in relazione al trattamento poiché alcune terapie interferiscono con una corretta immunizzazione. La quarta dose è una prassi già in uso per altri vaccini, per esempio, per l’epatite B».”
COMMENTO
L’articolo prosegue l’attività “spianatrice” o propedeutica al vaccino-infinito (non c’è 3 senza 4, non c’è 4 senza 5 … ).
In particolare il commento di Apolone, dove afferma che la terza non basta: più chiaro di così…